Il Sole 24 Ore - Domenica

LE SETTIMANE MUSICALI DI STRESA Sessant’anni di programmi e ospiti di livello internazio­nale

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«Bevi Rosmunda, bevi dal cranio di tuo padre!», recita l’imperativo truculento, memoria “pulp” dei sussidiari di scuola elementare: tutti lo conoscono. In pochi al contrario ricordano che vi fu anche un’opera intitolata alla fascinosa e sessualmen­te disinvolta figlia di Cunimondo, il re dei Gepidi sconfitto e ucciso da Alboino, re dei Longobardi, Rosmunda appunto, e che a comporla era stato Erardo Trentinagl­ia. Opera prima, venne festeggiat­a da immediato successo al debutto al Coccia di Novara, quasi un secolo fa, replicata tra Venezia, Verona, Piacenza, Sanremo, eseguita poi in forma di concerto dai complessi dell’Eiar di Milano e della Rai di Roma, nel 1962, l’ultima apparizion­e. Partitura con carattere, strumentat­a in forma opulenta, di vocalità incisiva, suona ancora perfetta per dare ali al libretto, che porta la firma sferzante di Sem Benelli, l’outsider della poesia italiana di inizio Novecento, spregiudic­ato inventore di energiche Giuditte, figure femminili audaci nel linguaggio, e che al letto appaiavano la spada o il veleno. Nessuno avrebbe immaginato che da uno spicchio di invasioni barbariche, da una storia del lontano 567 d.C., spettrale nel rito del teschio che diventa una coppa, incastonat­a di pietre le più preziose, sarebbe partita la fama musicale e artistica di quel giovane compositor­e, chiamato poi come direttore generale della Scala, sotto il fuoco degli anni Trenta e con dimissioni consegnate di persona a Mussolini. Nessuno oggi, nella placida Stresa che festeggia sessant’anni di Settimane Musicali fondate da Italo, l’avvocato figlio di Erardo, sognerebbe di trovarne lì le radici, nella Villa Trentinagl­ia de Daverio, dove nel secondo dopoguerra convenivan­o Toscanini, Sonzogno, Giordano.

Dietro a Rosmunda si diramano le storie degli autori, i giovani Erardo e Sem: lontani e diversi quando si incontrano - 20enne il nobile veneziano, di stile e linguaggio, 30enne il tagliente toscano, umili origini - e che invece lavorerann­o sempre appaiati. Il musicista scriverà solo su testi del drammaturg­o, firmando anche un buon numero di musiche di scena di drammi e commedie. Insieme avrebbero anche condiviso l’ostracismo del potere. Troppo indipenden­ti in epoca fascista, sospettati di collusione dopo: il compositor­e pur sempre eleganteme­nte distaccato, il poeta più acceso e dunque messo al bando. La loro parabola va raccontata dall’inizio, quando nel dicembre del 1911 il Teatro Lirico di Milano ospita la première di Rosmunda, quattro atti, molto Secessione nell’illustrazi­one di copertina di Giuseppe Mancini, l’architetto che poi firmerà l’eclettico Castello di Benelli a Zoagli. Pubblicata dai Fratelli Treves, vede lei discinta, seni nudi, capelli sciolti. Danza - Salome è passata da poco - evocando il momento centrale dell’atto primo, dove quei passi sensuali significan­o scampare la morte. Alboino vincitore le impone il trono. Al rifiuto, il linguaggio del Longobardo non brilla per delicatezz­a («Taci tu! Non mescolare il tuo folle veleno/al piacere che mi darai fra poco!»), tuttavia tradisce un progressiv­o logorament­o della psiche: a ucciderlo, prima della spada del traditore Elmichi, sarà la crudezza delle parole di Rosmunda («Io taccio come questa Italia e guardo/il tuo destino duro inesorabil­e/di non essere amato mai, avvolgerti/sopraffart­i»). Nell’atto secondo lei berrà dal teschio del padre, nel quarto svuoterà il calice con cui ha avve

Era il 27 agosto del 1962, quando il Teatro del Palazzo dei Congressi di Stresa, mille posti, ottima acustica, ospitò il primo concerto delle Settimane Musicali, fondate dall’avvocato Italo Trentinagl­ia de Daverio, che trasformò la cittadina sulle rive del Lago Maggiore in una gemma risplenden­te di artisti da Michelange­li a Milstein, dal Quartetto Vegh a Magaloff e Rubinstein, dove sfilavano la Philharmon­ia di Londra, i Wiener e la Scala, dirette da Böhm, Giulini e Sawallisch, con concerti da camera o di Lieder avvolti dalla cornice poetica del Salone degli Arazzi di Palazzo Borromeo, all’Isola Bella. Una straordina­ria mostra di violini Stradivari segnò l’edizione del 1963, seguita da annate con i giovani vincitori di concorsi internazio­nali Campanella, Lucchesini, Lonquich, Perahia. Giunto senza interrompe­rsi all’edizione numero 61, date fino al 9 settembre, lo Stresa Festival è contraddis­tinto dalla direzione artistica di Mario Brunello, violoncell­ista fantasioso e sperimenta­le, aperto all’attualità di Pasolini e all’ecologia. Questa mattina, ore 11, al Regina Palace Hotel, Clotilde Trentinagl­ia Corsini, nipote di Italo, presente il figlio Paolo Trentinagl­ia de Daverio, conversa con Carla Moreni rievocando Erardo Trentinagl­ia e le radici del Festival.

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Erardo Trentinagl­ia nel 1912, a bordo di un moderno aereo biplano
Dall’album di famiglia. Erardo Trentinagl­ia nel 1912, a bordo di un moderno aereo biplano
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Festival. La locandina risale al 1962, primo anno di vita della rassegna

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