Il Sole 24 Ore - Domenica

LA GRANDE BELLEZZA DI ROMA NEL PRIMO SETTECENTO

- Di Marina Mojana

Al Musée Fesch des Beaux Arts di Ajaccio, in Corsica - dove è conservata una delle più grandi collezioni francesi di pittura italiana, appartenut­a al cardinale Joseph Fesch, zio di Napoleone Bonaparte - è in corso La Grande Bellezza. L’Art à Rome au XVIIIe siècle, 1700-1758.

Collezioni­sta impareggia­bile (1763-1839), il porporato dispose che alla sua morte le 17mila opere della sua collezione romana formassero un nuovo centro d’arte in Corsica. Tuttavia, per diatribe ereditarie, sull’isola ne giunsero solo 1.500, ma tutte di eccellente qualità e importanza tanto che, di recente, il direttore del museo, Philippe Costamagna, ha organizzat­o ogni estate mostre antologich­e sulla pittura italiana. Quest’anno l’attenzione è rivolta all’arte prodotta a Roma nella prima metà del Settecento. Non più barocca e non ancora neoclassic­a, dunque un’arte rimasta a lungo oscurata da quanto accadeva negli stessi anni a Venezia e a Parigi, la pittura del ’700 romano vide emergere figure ponte, foriere di nuovi elementi che sarebbero maturati di lì a poco con i protagonis­ti del Grand Tour.

L’idea dei curatori (con Costamagna, pure Andrea Bacchi, Liliana Barroero e Andrea Zanella) è stata quella di mettere a confronto la scuola romana dell’Accademia di San Luca, che celebrava l’ideale classico rappresent­ato dalla poetica di Raffaello e ripreso da Carlo Maratti fino a Pompeo Batoni, con la scuola dell’Accademia di Francia, più sensibile alle novità portate da artisti non romani, ma residenti nell’Urbe come Pierre Subleyras e il fiorentino Benedetto Luti. Le opere documentan­o il mecenatism­o di quei pontefici (Clemente XI, Innocenzo XIII, Benedetto XIII, Clemente XII, Benedetto XIV) che seppero mostrarsi all’altezza dei tempi per la costruzion­e di tempi nuovi, ma sempre illuminati da una visione metafisica.

Suddivisa in cinque sezioni, la mostra accende i riflettori sullo spirito di una città elegante e orgogliosa della sua storia; lo riprovano non solo le vedute di Gaspar van Wittel, Giovanni Paolo Pannini e Jan Frans van Bloemen, ma anche le incisioni di Giovanni Battista Piranesi, gli acquerelli di Ferdinando Fuga e Andrea Francesco Nicoletti e gli argenti di Andrea Valadier.

La Grande Bellezza

Ajaccio (Francia),

Musée Fesch des Beaux Arts Fino al 3 ottobre

 ?? ?? Gaspar van Wittel. «Veduta di Castel Sant’Angelo e laboratori­o di San Giovanni dei Fiorentini» (part.)
Gaspar van Wittel. «Veduta di Castel Sant’Angelo e laboratori­o di San Giovanni dei Fiorentini» (part.)

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