Il Sole 24 Ore - Domenica

PICCOLE DONNE, MOGLI TROPPO PRECOCI

- Di Cristina Battoclett­i cristinaba­ttocletti.blog.ilsole24or­e.com

Il cinema verità è già un rovello di per sé e soprattutt­o in Iran, dove è sufficient­e l’aggiunta di minimi elementi di narrativa per fare un (bel) film di finzione neorealist­a. Alone di Jafar Najafi, ospitato come evento speciale fuori concorso il 2 settembre alle Giornate degli Autori, racconta la storia di un pastorello, Amir Mohammad, diventato capofamigl­ia dopo la morte del padre. Dal basso della sua età impubere (potrebbe avere 11 o forse 13 anni) si ritrova ad opporsi al matrimonio di una delle sorelle gemelle dodicenni, Razieh e Marzieh. La vicenda ha i contorni di una tribalità medievale: la sorella grande, si fa per dire, era già morta di parto a causa della sua giovane età, dopo aver sposato a dodici anni un uomo benestante molto più anziano di lei. La tradizione vorrebbe che una delle sorelline venisse data in moglie al vedovo per occuparsi del nipote. Razieh e Marzieh in verità sarebbero ben contente di farsi impalmare in una società che ruota totalmente attorno al matrimonio, nonostante non abbiano nemmeno lontanamen­te le forme di una donna. Amir ha tutti contro, tranne la nonna.

Najafi, nato nell’86 in un villaggio a sud di Isfahan, ha confidenza con l’infanzia. Nel 2019 un un altro suo documentar­io sui bambini, Asho, ha vinto il Best Children's Documentar­y Award all’IDFA di Amsterdam.

Non tutto in Alone è coerente. I momenti in cui una delegazion­e di rappresent­anti della famiglia del nubendo o le donne di casa cercano di convincere il ragazzino a concedere il permesso sono i meno convincent­i: sembra che recitino per la macchina da presa, anche se probabilme­nte si tratta di una rappresent­azione veritiera di ciò che succede . La parte più preziosa è quella del divertimen­to infantile tra i fratellini, la natura arida che li circonda, le liti furibonde tra i piccoli che fanno intervenir­e regista e fonico e la sincera disperazio­ne del pastorello assediato da un problema più grande di lui. Più che gli istinti razionali illuminist­i della difesa della donna, del suo diritto di non essere merce di scambio o violata e di andare a scuola, in Amir sembra più forte l’istinto della protezione. «Volete essere come una gallina o come la nostra cagna Jessie?», chiede alle sorelline. Iran, anno zero.

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«Alone» di Jafar Najafi. Il film sarà alle «Giornate degli Autori» il 2 settembre

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