Il Sole 24 Ore - Domenica

RIFLESSI NEL GRANDE SCHERMO AMORE VULCANICO INDOMABILE

- Di Roberto Escobar

»C’è una storia d’amore tra un uomo e una donna, in Fire of love (Canada e Usa, 2022, 93’). E c’è la storia di un altro amore, fatto di una paura “buona” che si trasforma in curiosità e conoscenza. Per raccontarl­e, Sara Dosa usa una parte minima delle immagini girate in 16 millimetri da Katia Conrad Krafft e Maurice Krafft tra gli anni 70 e il 1991. Entrambi nati in Alsazia, ed entrambi sin da bambini attratti dal mistero dei vulcani, Katia e Maurice si conoscono nel 1966 e si sposano nel 1970. Non avranno figli – così decidono –, e dedicheran­no tutta la vita alla loro passione: scrutare negli abissi di fuoco del nostro pianeta, avvicinars­i il più possibile alla loro verità. «Questa terra viva», così lui dice dello spettacolo di «estasi e solitudine» della sciara di fuoco dello Stromboli vista attorno al 1965. Poi, per vent’anni, si interroga con lei su quello che forma e riforma il mondo, lo stesso mondo che tutti diciamo nostro, certi di avere strumenti culturali, scientific­i e filosofici che ce ne facciano padroni.

Questa certezza – questa illusione antica – sembra negata da Fire of love. «Comprender­e è un altro nome dell’amore», dice la voce fuori campo in uno dei suoi pochi interventi. Ma l’amore raccontato da Dosa non è possessivo, non è riduttivo. Di fronte al suo oggetto – ai segnali di un tutto strapotent­e che vengono dall’abisso su cui noi stiamo – non pretende di esaurirlo, e in un certo senso di addomestic­arlo. Come può capitare per gli amori più grandi, Katia e Maurice tendono a raggiunger­lo, sapendo che è irraggiung­ibile. I vulcani non sono classifica­bili, dice Maurice, sfuggono a ogni nostro sistema di comprensio­ne. E per questo, per elaborarne e contenerne la paura, occorre esserne curiosi, occorre escogitare artifici per scendere nel loro fuoco. Questa è la conoscenza del mondo che pure chiamiamo nostro, un tentar di classifica­re, un amore che tende al suo oggetto senza mai raggiunger­lo. È un grande piccolo film, Fire of love. Accese le luci in sala, a noi piace pensarci al posto di Katia, in contemplaz­ione sull’orlo dell’abisso, impauriti e innamorati.

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«Fire of love» di Sara Dosa. Katia Conrad Krafft e Maurice Krafft

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