ELISABETTA, FILIPPO E CARLO UN INTRECCIO DI DINASTIE
Con la scomparsa della sovrana, termina la casata dei Sassonia-Coburgo-Gotha e inizia quella degli Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg (ramo dell’antica casa degli Oldenburg)
Sebbene nulla o quasi lo faccia notare, l’8 settembre 2022 segna – anzi, segnerebbe - un cambio dinastico nella storia britannica. La morte della regina Elisabetta II e l’ascesa al trono di Carlo III, infatti, significano la fine della presenza sulla Saint Edward’s Chair dei Sassonia-Coburgo-Gotha, saliti al trono nel 1901 con re Edoardo VII, e l’avvento d’una nuova dinastia dal nome non meno impegnativo, gli Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, un ramo dell’antica casa tedesca degli Oldenburg. La questione, però, è un po’ più complessa.
Innanzitutto, nel 1917 Giorgio V decise di cambiare il nome della propria dinastia in Windsor. Il Regno Unito era allora in guerra con la Germania, e il re pensò che fosse meglio dare alla casa reale un nome più britannico. Quale poteva esser migliore di quello d’uno dei più antichi castelli inglesi, abitato dai sovrani almeno dal XII secolo? Era una scelta perfetta per legarsi a quanto di più identitario ci fosse nella storia della monarchia.
Quando sposò Elisabetta, Filippo avrebbe voluto, poi, che il loro primogenito Carlo, una volta salito al trono, inaugurasse una nuova dinastia, cui – ovviamente - avrebbe dato il suo nome. Ma quale?
Filippo era figlio d’un principe della casa reale di Grecia, che era però danese e d’origine tedesca: i già citati Oldenburg. Questi, da parte loro, non erano nuovi a cambiare il proprio nome pur di esser ben accetti su un trono conquistato grazie ad accorti matrimoni. Era già successo in Russia. Qui, infatti, avevano espresso ben sette zar (da Pietro III a Nicola II), assumendo il nome di Romanov. Filippo fece lo stesso. Poiché Glücksburg era troppo tedesco per esser accolto in un Paese che aveva alle spalle due guerre mondiali con la Germania, non adottò il casato del padre, ma quello della madre: Alice di Mountbatten.
Non bisogna, però, farsi ingannare. La principessa Alice, infatti, era anch’essa tedesca. Si trattava d’una von Battenberg, un ramo cadetto dei granduchi d’Assia, un cui membro, Ludwig von Battenberg, aveva sposato una nipote della regina Vittoria. Divenuto Louis, era entrato al servizio inglese, compiendo una brillante carriera nella marina. Nel 1917 aveva anch’egli cambiato nome, traducendolo in inglese: Mountbatten. Durante la Seconda guerra mondiale un altro Louis Mountbatten era stato fra i principali comandanti britannici e nel 1947 era divenuto l’ultimo viceré dell’India. Mentore e tutore del principe Carlo, fu poi ucciso dall’IRA nel 1979.
Filippo sperava, quindi, che il figlio, divenuto re, inaugurasse la casa reale di Mountbatten. Ma Elisabetta appena salita al trono, nel 1952, stabilì che tutti i suoi discendenti sarebbero anch’essi stati dei Windsor (una decisione – va detto - nella quale era stato forte il peso del Consiglio della Corona e di Churchill, allora primo ministro). Tale decisione implicava che Windsor non fosse solo una scelta dei Sassonia-Coburgo-Gotha per coprire le loro origini tedesche, ma anche – almeno in teoria - il nome di tutti i successivi re di Gran Bretagna, indipendentemente dalla loro dinastia. Pochi anni dopo, nel 1960, la regina tornò parzialmente sui suoi passi, trovando una sorta di compromesso col marito. La dinastia sarebbe restata Windsor, ma, nei documenti in cui fosse stato necessario usare un cognome, i suoi discendenti si sarebbero firmati Mountbatten-Windsor.
Nel corso del Novecento, insomma, i Windsor hanno fatto il possibile per eliminare ogni elemento germanico. Avevano capito benissimo che l’Europa delle nazioni non era compatibile con il cosmopolitismo matrimoniale tipico delle antiche case. Sul trono inglese doveva esser una dinastia la più possibile British. Si trattava – va detto - d’una politica non scontata, perché per secoli sul trono inglese erano sedute dinastie straniere. Dopo la fine di casa Tudor, si erano succeduti gli scozzesi Stuart (mai del tutto accettati, come mostrano le due rivoluzioni contro di loro, nel 1642 e nel 1688), gli olandesi Orange, i tedeschi Hannover e infine, appunto, i Sassonia-CoburgoGotha. Queste ultime due dinastie si erano rapidamente integrate, ma non avevano rinunciato a una politica tedesca. Gli Hannover erano anche sovrani dell’omonimo regno nel Nord della Germania. La regina Vittoria fece sposare sei dei suoi otto figli e figlie con principi o principesse tedesche e volle che il figlio Alfred diventasse duca in Germania. La rottura fra i Sassonia-Coburgo-Gotha e le loro origini tedesche avvenne, come visto, solo nel 1917. Da allora mutò anche la politica matrimoniale della dinastia. Se Giorgio V nel 1893 aveva ancora sposato una principessa (dal nome tedesco, Maria di Teck, ma nata e cresciuta in Inghilterra), due dei suoi quattro figli (Albert, il futuro Giorgio VI, ed Henry, duca di Gloucester) si unirono a nobildonne del regno. Solo George, duca di Kent, sposò una principessa greca, nel 1934, ma il suo fu l’ultimo matrimonio fra un principe britannico e un’esponente d’una casa reale straniera. Quando Filippo sposò Elisabetta, aveva servito per anni nella Royal Navy ed era da tempo cittadino britannico. I loro figli hanno scelto matrimoni inglesi. E così anche la gran parte degli esponenti dei rami cadetti.
Nel 1815, De Maistre in una lettera al ministro degli esteri piemontese, commentando la situazione delle case reali europee dopo il Congresso di Vienna aveva scritto: «in Europa c’è una nazione famosa in cui ogni dinastia straniera scompare non appena si è ambientata: è l’Inghilterra». Non è più così. Windsor invece di Coburgo, Glücksburg o Mountbatten non è questione di nomi. Lo storico può certo cogliere nell’ascesa al trono di Carlo III un teorico cambio dinastico, ma per un suddito britannico è solo il passaggio da un Windsor a un altro, in una continuità che rende la monarchia sempre più solida. Un merito non da poco per The Queen.
PER NASCONDERE LE ORIGINI TEDESCHE SI ADOTTARONO NEL 1917 I COGNOMI PIù «BRITISH» DI WINDSOR E MOUNTBATTEN