PIETRE E CAMMEI, LE RARITà RACCOLTE DA GUY LADRIèRE
La pandemia sembra aver accresciuto il valore collezionistico di cristalli e minerali, un trend iniziato nel 2014 con l’asta di Christie’s dedicata esclusivamente a quarzi, ametiste, citrine e malachiti - la prima della storia - terminata con un incasso di 800mila sterline. Nell’ottobre 2020, la stessa tipologia di incanto totalizzò 1,4 milioni di sterline, saliti a 1,8 milioni nella vendita online Science and Natural History dell’ottobre 2021. I prezzi aumentano quando alla rarità della pietra si unisce l’abilità degli intagliatori, che fin dai tempi degli antichi greci e dei romani sapevano trasformare un sasso in un’opera d’arte.
Gli acquirenti sono gli stessi collezionisti di opere d’arte, vino, gioielli, auto, monete, antiquariato «e non hanno problemi a spendere 10mila, 100mila, 500mila, un milione di dollari o più per un esemplare di elevata qualità», racconta Rob Lavinsky, fondatore di The Arkenstone, una delle tante società anglosassoni che intermediano cristalli e minerali. Tra i collezionisti più noti ci sono Guy Laliberté, fondatore del Cirque du Soleil; Salim Eddé, l’imprenditore e filantropo libanese che ha aperto un museo dei minerali a Beirut e l’antiquario francese Guy Ladrière, la cui prestigiosa raccolta è ora in mostra a Parigi fino al 1° ottobre all’École des Arts Joailliers, nata su iniziativa di Van Cleef & Arpels.
L’apertura al pubblico di questa rarissima collezione privata, costituita dall’antiquario francese nell’arco di cinquant’anni, è l’occasione per mettere sotto la lente un comparto di nicchia che non conosce ribassi da secoli e che in questi ultimi anni sta vivendo un deciso trend rialzista: in aprile a Londra, da Bertolami Fine Art, un grande intaglio romano su ametista con scena erotica del II secolo d.C., stimato 6mila sterline, è stato aggiudicato a un collezionista cinese per 63 mila, mentre un intaglio greco su agata della seconda metà del V secolo a.C., raffigurante uno schiavo addormentato e stimato 2.500 sterline è passato di mano per circa 35mila. I prezzi di un cammeo vanno da poche centinaia di euro al milione di dollari, quanto è stato sborsato, ad esempio, per un ritratto femminile in calcedonio, di manifattura ellenistica (o del primo Impero romano), battuto da Sotheby’s New York nel 2008. Tra i parametri di valutazione non pesa tanto l’epoca, quanto lo stile, la tecnica, la qualità del materiale, lo stato di conservazione, la presenza di una firma e la provenienza. «Una pietra con una storia collezionistica documentata - precisa Gabriele Vangelli de Cresci, capo dipartimento di glittica antica e moderna della Bertolami Fine Art, basata a Roma e a Londra - vale molto di più di un manufatto di provenienza incerta e perciò, forse, illegale».
In mostra a Parigi, dunque, a pochi metri da Place Vendôme, sono circa 200 gemme e anelli incisi che raccontano la storia dell’antica arte glittica, cioè l’abilità di lavorare gemme e pietre dure realizzando cammei, sigilli, intagli, statuette e altri piccoli oggetti; un’arte che risale al tempo degli Etruschi, come è documentato da un reperto del V secolo a.C. raffigurante un uomo in ginocchio, intagliato su scarabeo in corniola e montato in oro.
Gli esemplari esposti permettono di ripercorrere tecniche e stili, nonché di scoprire tutti i tipi di pietre preziose usate dall’antichità greca all’Ottocento: sardonice di Minerva, onice, calcedonio, pietra del sangue, corniola, ambra rossastra o turchese. Non sempre è facile identificarle con precisione e anche la datazione dello stesso oggetto può variare di parecchi secoli, perché un anello inciso in età imperiale a Roma poteva essere rimontato in fogge neoclassiche nel corso del XVIII secolo. Anche i soggetti sono molto vari, da quelli mitologici, ai profili di consoli e imperatori, fino alla Vergine Annunciata.
«Lo zoccolo duro del collezionismo di glittica si consolida in Francia all’inizio del Settecento - spiega Vangelli de Cresci, - poi in Belgio, in Germania e soprattutto in Gran Bretagna, dove dall’Ottocento operano esperti internazionali e sono attivi collezionisti molto importanti, eredi dei viaggiatori del Grand Tour per i quali intagli e cammei erano i souvenir più ambiti».
Oggi la piazza dove avvengono gli scambi più significativi è New York e il mercato si sta allargando verso Oriente. I più richiesti sono i gioielli intagliati nei minerali multicolori come tormaline, calciti, ametiste, quarzi, fluoriti.
Pietre incise: cammei, intagli e anelli dalla collezione Guy Ladrière
Parigi, École des Arts Joailliers Fino al 1° ottobre