QUANTO è POP PARIS BORDON
La rassegna espone una trentina di tele del grande pittore veneto e si estende alle opere presenti in città e nel territorio Importanti capolavori sono stati riportati in luce dai recenti restauri
L’ultima mostra dedicata a Paris Bordon risale al lontano 1984, organizzata dalla città di Treviso, dove il pittore nacque nel 1500. Da allora Paris ha cantato nei concerti grossi dedicati al secolo d’oro della pittura veneziana, senza mai figurare da solista. Quindi si prospetta un’occasione irripetibile quella di vedere riunita al Museo Santa Caterina di Treviso una selezione delle sue opere più rappresentative, provenienti dai principali musei europei. L’esposizione è promossa dalla Città di Treviso e organizzata da Marsilio Arte, che è anche l’editore del catalogo.
Sin da subito abbiamo pensato di lasciare le opere di Paris dove si trovavano. Ovvero di non attingere al ricchissimo patrimonio del territorio trevigiano e del suo Museo più importante. Il visitatore sarà invitato a proseguire la visita nel percorso museale dove sarà allestita una sezione di approfondimento a cura di Fabrizio Malachin, per poi ammirare nel Duomo cittadino la cappella Malchiostro con l’An nunciazione di Tiziano appena restaurata.
Crediamo sia stata una scelta saggia quella di essersi fatti carico (grazie a Marsilio Arte) del restauro del monumentale San Giorgio e il drago dei Musei Vaticani perché sarà uno dei punti cruciali della mostra. Un dipinto davvero stupefacente che farà percepire la grandezza di un autore nato all’ombra di Tiziano ma capace di affrancarsi da quell’ingombrante lascito. Non era una cosa semplice. Quale allievo di Tiziano è sopravvissuto alla tirannica fama del suo maestro? Nessuno, l’unico è stato Paris Bordon, almeno stando all’autorevole parere di Giorgio Vasari. Lo scrittore aretino incontrerà personalmente Paris a Venezia nel 1566 e racconterà la sua storia nelle Vite, pubblicate a Firenze nel 1568. Da quell’intervista emergono numerose informazioni i mportanti, compreso un abbozzo di profilo psicologico.
Che persona era veramente Bordon? L’impressione ricavata da Vasari è quella di un uomo moderato e pacifico, buono e semplice, lontano dagli intrighi e dalle doppiezze del mondo. Si era fatto l’idea che avesse raggiunto una certa agiatezza, anche grazie a committenti facoltosi («lavora per piacere»), seguendo una naturale inclinazione alla «verità». Questo quadretto del pittore-filosofo può essere letto in diversi modi. Certo è il risultato di un percorso che lo aveva portato fin lì, ma è anche una traccia delle sconfitte e ingiustizie subite. Si ha come l’impressione che Bordon sia stato costretto a scegliere di condurre una vita appartata: «fuggendo la concorrenza e certe vane ambizioni». Forse la cosa che lo offendeva maggiormente era che il suo lavoro fosse giudicato «con niuna carità». Tra i detrattori non fatichiamo a i mmaginarci Tiziano, suo primo maestro. La pittura veneziana del tempo era infatti dominata dal Vecellio. Da giovane Bordon non ha potuto fare a meno di confrontarsi coi suoi modelli. Poi, lentamente, ha iniziato ad affrancarsene, fino a trovare una via del tutto personale.
Sintetizzare in poche parole lo stile di Bordon non è facile; tuttavia, quello che sarà evidente ai visitatori della mostra è che il pittore ha introdotto una nuova visione del colore. Non più fuso cromaticamente dentro una miscela calda e tonale, ma selezionato al di fuori della tradizione lagunare. Paris predilige colori freddi, vitrei, carnagioni madreperlacee, divertendosi a contraffare i tessuti di seta con infinite piegoline cangianti. Un altro elemento interessante sono i tratti androgini delle bellezze femminili immortalate da Paris, lontanissime dai canoni idealizzati di Tiziano. Anche questo è un aspetto della sua «verità».
Quella che si vedrà a Treviso è una monografica pura. Il visitatore conoscerà 35 opere di Bordon, selezionate sulla base della loro importanza storica, della loro bellezza estetica, del loro eccellente stato di conservazione. Non sono 35 opere comuni quelle radunate ma una selezione delle sue prove migliori. Per rendere un buon servizio a un pittore la prima cosa da fare è riuscire a rappresentarlo al meglio. È una regola d’oro a cui abbiamo cercato di attenerci scrupolosamente.
Il percorso prevede le seguenti sezioni: Eredità di Tiziano,
L’ARTISTA, ALLIEVO DI TIZIANO, SEPPE AFFRANCARSI DAL MAESTRO E RIUSCì A IMPORRE UNA SUA VISIONE DEL COLORE
Fortuna storica, Ritratti, Eros e mitologie, Invenzioni di Paris, Opere devozionali e Pale d’altare. Ogni tema nasconde una scoperta, un pezzo sorprendente, qualcosa di inaspettato per il pubblico: ci siamo sforzati di rendere più pop Paris Bordon. Ai nostri occhi naturalmente lo è già, ma la sfida sarà conquistare l’interesse del pubblico. L’inizio dell’itinerario espositivo è da manuale: con la Sacra Conversazione di Glasgow a dominare la scena. Tra i ritratti, oltre al suo capolavoro del Louvre, il Ritratto di Thomas Stahel, spiccherà il Ritratto di giovane donna della National Gallery di Londra. In mezzo ai quadri mitologici l’attenzione sarà calamitata dalla tela viennese, Marte, Venere e Cupido, quasi certamente ordinata dal mecenate Christoph Fugger per decorare il Palazzo di famiglia ad Augusta e celebrata da Pietro Aretino per la sua «vaghezza, aria e novitade».
Tra le invenzioni di Paris svetta l’impressionante Studio per la Vergine annunciata, dal quale deriva l’An nunciazione del Musée des Beaux Arts di Caen, costruito attorno a una straordinaria scenografia architettonica all’antica. Infine, in mezzo alle pale d’altare, il San Giorgio e il drago dei Musei Vaticani, con la principessa terrorizzata (anche se non ha una treccia dei capelli fuori posto), il Santo nelle vesti di un eroe uscito da un poema cortese e il drago morente coi resti di un cadavere umano fatto a pezzi.