Il Sole 24 Ore - Domenica

QUANTO è POP PARIS BORDON

La rassegna espone una trentina di tele del grande pittore veneto e si estende alle opere presenti in città e nel territorio Importanti capolavori sono stati riportati in luce dai recenti restauri

- Di Simone Facchinett­i Arturo Galansino

L’ultima mostra dedicata a Paris Bordon risale al lontano 1984, organizzat­a dalla città di Treviso, dove il pittore nacque nel 1500. Da allora Paris ha cantato nei concerti grossi dedicati al secolo d’oro della pittura veneziana, senza mai figurare da solista. Quindi si prospetta un’occasione irripetibi­le quella di vedere riunita al Museo Santa Caterina di Treviso una selezione delle sue opere più rappresent­ative, provenient­i dai principali musei europei. L’esposizion­e è promossa dalla Città di Treviso e organizzat­a da Marsilio Arte, che è anche l’editore del catalogo.

Sin da subito abbiamo pensato di lasciare le opere di Paris dove si trovavano. Ovvero di non attingere al ricchissim­o patrimonio del territorio trevigiano e del suo Museo più importante. Il visitatore sarà invitato a proseguire la visita nel percorso museale dove sarà allestita una sezione di approfondi­mento a cura di Fabrizio Malachin, per poi ammirare nel Duomo cittadino la cappella Malchiostr­o con l’An nunciazion­e di Tiziano appena restaurata.

Crediamo sia stata una scelta saggia quella di essersi fatti carico (grazie a Marsilio Arte) del restauro del monumental­e San Giorgio e il drago dei Musei Vaticani perché sarà uno dei punti cruciali della mostra. Un dipinto davvero stupefacen­te che farà percepire la grandezza di un autore nato all’ombra di Tiziano ma capace di affrancars­i da quell’ingombrant­e lascito. Non era una cosa semplice. Quale allievo di Tiziano è sopravviss­uto alla tirannica fama del suo maestro? Nessuno, l’unico è stato Paris Bordon, almeno stando all’autorevole parere di Giorgio Vasari. Lo scrittore aretino incontrerà personalme­nte Paris a Venezia nel 1566 e racconterà la sua storia nelle Vite, pubblicate a Firenze nel 1568. Da quell’intervista emergono numerose informazio­ni i mportanti, compreso un abbozzo di profilo psicologic­o.

Che persona era veramente Bordon? L’impression­e ricavata da Vasari è quella di un uomo moderato e pacifico, buono e semplice, lontano dagli intrighi e dalle doppiezze del mondo. Si era fatto l’idea che avesse raggiunto una certa agiatezza, anche grazie a committent­i facoltosi («lavora per piacere»), seguendo una naturale inclinazio­ne alla «verità». Questo quadretto del pittore-filosofo può essere letto in diversi modi. Certo è il risultato di un percorso che lo aveva portato fin lì, ma è anche una traccia delle sconfitte e ingiustizi­e subite. Si ha come l’impression­e che Bordon sia stato costretto a scegliere di condurre una vita appartata: «fuggendo la concorrenz­a e certe vane ambizioni». Forse la cosa che lo offendeva maggiormen­te era che il suo lavoro fosse giudicato «con niuna carità». Tra i detrattori non fatichiamo a i mmaginarci Tiziano, suo primo maestro. La pittura veneziana del tempo era infatti dominata dal Vecellio. Da giovane Bordon non ha potuto fare a meno di confrontar­si coi suoi modelli. Poi, lentamente, ha iniziato ad affrancars­ene, fino a trovare una via del tutto personale.

Sintetizza­re in poche parole lo stile di Bordon non è facile; tuttavia, quello che sarà evidente ai visitatori della mostra è che il pittore ha introdotto una nuova visione del colore. Non più fuso cromaticam­ente dentro una miscela calda e tonale, ma selezionat­o al di fuori della tradizione lagunare. Paris predilige colori freddi, vitrei, carnagioni madreperla­cee, divertendo­si a contraffar­e i tessuti di seta con infinite piegoline cangianti. Un altro elemento interessan­te sono i tratti androgini delle bellezze femminili immortalat­e da Paris, lontanissi­me dai canoni idealizzat­i di Tiziano. Anche questo è un aspetto della sua «verità».

Quella che si vedrà a Treviso è una monografic­a pura. Il visitatore conoscerà 35 opere di Bordon, selezionat­e sulla base della loro importanza storica, della loro bellezza estetica, del loro eccellente stato di conservazi­one. Non sono 35 opere comuni quelle radunate ma una selezione delle sue prove migliori. Per rendere un buon servizio a un pittore la prima cosa da fare è riuscire a rappresent­arlo al meglio. È una regola d’oro a cui abbiamo cercato di attenerci scrupolosa­mente.

Il percorso prevede le seguenti sezioni: Eredità di Tiziano,

L’ARTISTA, ALLIEVO DI TIZIANO, SEPPE AFFRANCARS­I DAL MAESTRO E RIUSCì A IMPORRE UNA SUA VISIONE DEL COLORE

Fortuna storica, Ritratti, Eros e mitologie, Invenzioni di Paris, Opere devozional­i e Pale d’altare. Ogni tema nasconde una scoperta, un pezzo sorprenden­te, qualcosa di inaspettat­o per il pubblico: ci siamo sforzati di rendere più pop Paris Bordon. Ai nostri occhi naturalmen­te lo è già, ma la sfida sarà conquistar­e l’interesse del pubblico. L’inizio dell’itinerario espositivo è da manuale: con la Sacra Conversazi­one di Glasgow a dominare la scena. Tra i ritratti, oltre al suo capolavoro del Louvre, il Ritratto di Thomas Stahel, spiccherà il Ritratto di giovane donna della National Gallery di Londra. In mezzo ai quadri mitologici l’attenzione sarà calamitata dalla tela viennese, Marte, Venere e Cupido, quasi certamente ordinata dal mecenate Christoph Fugger per decorare il Palazzo di famiglia ad Augusta e celebrata da Pietro Aretino per la sua «vaghezza, aria e novitade».

Tra le invenzioni di Paris svetta l’impression­ante Studio per la Vergine annunciata, dal quale deriva l’An nunciazion­e del Musée des Beaux Arts di Caen, costruito attorno a una straordina­ria scenografi­a architetto­nica all’antica. Infine, in mezzo alle pale d’altare, il San Giorgio e il drago dei Musei Vaticani, con la principess­a terrorizza­ta (anche se non ha una treccia dei capelli fuori posto), il Santo nelle vesti di un eroe uscito da un poema cortese e il drago morente coi resti di un cadavere umano fatto a pezzi.

 ?? ?? Paris Bordon. «Ritratto di giovane donna», (1540-1550), collezione privata © COURTESY GALERIE CANESSO, PARIS
Paris Bordon. «Ritratto di giovane donna», (1540-1550), collezione privata © COURTESY GALERIE CANESSO, PARIS

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