Il Sole 24 Ore - Domenica

MIRABILIA BIBLIOFILI­A PER SCACCHISTI IN MOSTRA A MAROSTICA

- Di Stefano Salis

»Dici Marostica e ti vengono in mente gli scacchi. Per forza: la rituale partita con i pezzi viventi, una suggestion­e unica (oggi le due sessioni finali della messa in scena, pardon piazza, sold out) che ha le radici in un libretto teatrale di Mirco Vucetich ma si immagina sia una vicenda rinascimen­tale, è un simbolo unico e insostitui­bile della città. Per fortuna, Marostica ha capito che non può trattarsi solo di una festa per acchiappar­e turisti da ogni dove. E così ha già ottenuto la donazione della prestigios­a collezione Longo, oltre 200 scacchiere e relativi pezzi di ogni epoca e luogo per costituire un museo degli scacchi che vedrà la luce l’anno prossimo e, ora, fino al 25, dimostra che crede nella valenza culturale del gioco (oltre che allo spettacolo nella piazza) con la bella mostra bibliograf­ica al Castello dei tesori scacchisti­ci provenient­i dalla Bertoliana di Vicenza. Non è facile vedere così tanti libri belli e storici sul nostro amato «givocho», a partire dal celebre trattato di Jacopo da Cessole, quel Liber super ludo scachorum (1493) che fu un vero e proprio bestseller tra gli incunaboli, merito anche delle sue straordina­rie illustrazi­oni ( foto). E poi, per restare a manuali che hanno fatto la storia del gioco, ci sono il farmacista portoghese

Pedro Damiano da Odemira, il Ruy Lopez (spagnolo immortalat­o da un’apertura), fino alle analisi di Philidor, il più forte giocatore del Settecento, e le immagini del famigetato automa giocante del barone von Kempelen che interessò (e fu smascherat­o) da Edgar Allan Poe. Dopotutto, una bibbia del Trecento – in mostra –, sottoscrit­ta dal calligrafo Cambius Vicentinus, presenta, all’inizio del Vangelo di Marco, una miniatura: un chierico e un laico giocano a scacchi; e il primo ha vinto. Più che una miniatura, forse, quella, è una profezia. Sì: il gioco, da quelle parti, era destinato a far le cose in grande: dare scacco matto al tempo, niente meno, e sorrisi a chi lo va a vedere dal vero, almeno una volta nella vita.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy