Il Sole 24 Ore - Domenica

A ME MI PIACE I CECI E LE MAZZANCOLL­E DA FULVIO A FULVIETTO

- Di Davide Paolini

»La grammatica e la sintassi di cucina sono un’eredità del Dna di famiglia, ma Fulvietto Pierangeli­ni ha portato, grazie anche a questo retaggio, una sua interpreta­zione, che fanno apparire i piatti semplici, mentre nascondono una grande tecnica di elaborazio­ne e una profonda conoscenza sul pesce. Forse sarebbe stato molto semplice offrire i piatti famosi del padre, Fulvio Pierangeli­ni, ma Fulvietto ha scelto un suo percorso culinario con un’unica concession­e: la passatina di ceci e mazzancoll­e, proposta “copiata” ogni dove, senza mai citare l’origine. Giusto, quindi proporla come una vera icona di famiglia.

Il Bucaniere di San Vincenzo (Livorno) mi ha riconcilia­to con il cibo, nel locale pieds dans l’eau di Fulvietto al tramonto la brezza marina già invita alla cena, rallegrata da un servizio al femminile, allegro, gentile, sempre con il sorriso e per fortuna disincanta­to. Le scelte nel menu sono di poche parole, stringate, essenziali, così come lo chef, quasi a voler significar­e che la cucina non ricorre a particolar­i scuole di pensiero, ma è fatta di materie prime fresche, stagionali, cucinate in modo profession­ale.

La crema di patate, razza e tartufo ha i sapori che esprimono gli ingredient­i indicati, dove il pesce (la razza) non è frequente nella ristorazio­ne, ma si fonde nel palato perfettame­nte con il tartufo e le patate. La semplicità è ancora più naturale nella tartare di tonno, ginger, plancton e salsa di senape, dove la freschezza del pesce viene lievitata dal ginger e dalla senape. Lo spaghetto cacio e pepe del Bucaniere viene personaliz­zato da favolosi gamberi rossi crudi che, grazie alla loro dolcezza, amalgamati con la pasta, offrono un gustoso boccone, di cui si desidera non finisca mai. La conoscenza del mare è uno dei plus di Fulvietto, pescatore da sempre, così come la razza, può capitare di assaggiare specie poco diffuse (la palamita) nella ristorazio­ne o la valorizzaz­ione di pesci, poco apprezzati da quel pubblico di branzino di allevament­o.

La sogliola (non quella gigante del Nord Europa), in particolar­e, viene esaltata per le sue carni (dal sapore simile a una carezza) da una cottura perfetta, accompagna­ta dalla salsa di peperoni e friarielli. La carta dei vini, di grande qualità e ricerca, è per tutte le tasche. Così è se mi piace!

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