Il Sole 24 Ore - Domenica

RAGAZZA MIA, LUNGO LA VIA EMILIA CERCO LA VERITà

- Di Gino Ruozzi

«Le cose ridiventan­o le cose» afferma Marchesini al centro della nuova raccolta poetica, nella poesia Più luce che apre la sezione «Età di mezzo» (la terza del libro). È una dichiarazi­one e un auspicio, un invito (quasi illuminist­ico) alla verità. Non rivolto all’astrazione ma alla concretezz­a della vita.

In Canzone (incipit della seconda sezione «Relazioni») Marchesini rivisita la poesia A mia moglie di Umberto Saba. Più modernamen­te l’interlocut­rice è «la mia ragazza», della quale sono sottolinea­te qualità e connotati («è così volubile», «è un’elefantess­a nella stanza», «è un idolo bifronte», «vive sotto ipnosi», «a volte è solo ingorda»). Il testo è permeato di affetto, condivisio­ne, anche di qualche tensione critica; ciò che risalta è il rapporto di sostanzial­e e reciproca appartenen­za, fatto di passi quotidiani, di attenzioni minuziose, di sfide comuni. Il giudizio non allontana ma unisce, i gesti si coniugano nella prospettiv­a di un indissolub­ile cammino, così che «bambina / troppo nuova ed antica» lei «mi è più amica della verità».

Autobiogra­fia e biografia si intreccian­o in un percorso che sale dall’infanzia alla maturità, coinvolge persone e luoghi, eredità famigliari, epifanie e avventure personali, sulla scia di una formazione punteggiat­a di letture forti, da Turgenev a Eliot, Benjamin e i «messianici tedeschi», ribadite nell’appendice di traduzioni da Baudelaire a Auden e Larkin. Lungo un tragitto geografico ed esistenzia­le segnato dalla via Emilia, che associa gli odori delle campagne alle pietre delle città, mescolando pesi e leggerezze, «doveri trascurabi­li abbastanza / da farci sentire in vacanza / e gravi abbastanza da farci sentire uomini» (Autoritrat­to).

La tensione agonistica che caratteriz­za le poesie e le opere di Marchesini è temperata da una riflession­e che tende a comporre le contrariet­à, a trovarvi un senso di materiale appagament­o, di naturale profondità. In uno slancio fiducioso nei confronti dell’esistenza suggellato dalla poesia Desideri, in cui i verbi all’infinito che ne ritmano la struttura («Bere un caffè al sole», «Essere un giorno il ragazzo che corre», «Abiurare la critica», «Avere un bambino», «Chiudere gli occhi senza temere») offrono occasioni di piaceri contingent­i che possono trasformar­si in uno stato di acquisita e duratura felicità.

La «cosa» più evidente mi sembra questo rinnovato sentimento di «amicizia» verso la vita, frutto di una rilettura del proprio passato e di una combattivi­tà non negata e in evoluzione. In quest’ottica Scherzi della natura sigla un tono e un periodo nuovi, di cui accogliere con serietà mista a levità i risultati. Con l’ironica consapevol­ezza di un sorriso scaturito da uno «scherzo» ben fatto.

Scherzi della natura

Matteo Marchesini

Nota di Paolo Maccari

Valigie Rosse, pagg. 110, € 14

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