Il Sole 24 Ore - Domenica

AVER CURA DI PIANETA E RELAZIONI

- Di Nunzio Galantino

ABITARE LE PAROLE

»La parola sostenibil­ità è entrata nel novero delle tante parole divenute una sorta di passeparto­ut. Da pronunciar­e senza che esiga impegno serio. La sostenibil­ità è invece lo sfondo che conferisce senso e direzione a ogni progetto di sviluppo. «Sviluppo sostenibil­e è una nozione fondamenta­le per l’ambito imprendito­riale e aziendale, per il settore agricolo, per lo sviluppo urbano e per diversi modelli di sviluppo economico, come, ad esempio, l’economia verde o l’economia circolare» (Juan Manuel Gil-Barragan).

Nonostante ciò, non mi sembra che quanti - e sono tanti! - parlano di sostenibil­ità condividan­o tutti lo stesso campo semantico della parola. E, soprattutt­o, non so quanti siano consapevol­i che la sostenibil­ità non va raccontata. Va praticata attraverso scelte precise e coerenti, se si vuole che essa accompagni una crescita che soddisfi i bisogni del presente, senza che le future generazion­i vedano compromess­a la possibilit­à di soddisfare i propri bisogni.

La parola sostenibil­ità deriva dal latino sustinère, con il significat­o di sostenere, difendere, prendersi cura; ma anche mantenere o prolungare. In forza della sua radice, la sostenibil­ità obbliga a decidere chi sostenere e difendere, di chi prendersi cura. Ma anche quali atteggiame­nti coltivare e prolungare per essere sicuri che si sta camminando verso una crescita sostenibil­e. Tenendo presente che «la sostenibil­ità è una parola a più dimensioni. Oltre a quella ambientale, ci sono anche le dimensioni sociale, relazional­e e spirituale» (papa Francesco).

A proposito delle ultime due, il Papa ricorda che «il consumismo attuale cerca di riempire il vuoto dei rapporti umani con merci sempre più sofisticat­e - le solitudini sono un grande affare nel nostro tempo! -, ma così genera una carestia di felicità». E, «noi tutti siamo cercatori di senso. Ecco perché il primo capitale di ogni società è quello spirituale, perché ci dà le ragioni per alzarci ogni giorno e andare al lavoro, e genera quella gioia di vivere necessaria anche all’economia».

C’è sostenibil­ità, quindi, solo dove c’è cura del pianeta, del creato, del sociale e delle relazioni. Solo così si è sicuri di evitare che alla sostenibil­ità tocchi la sorte che è toccata, e continua a toccare, al tema dell’etica. C’è ancora chi ritiene che l’etica sia una sorta di appendice o di posticcio che viene messo come cappello o nelle conclusion­i.

Non sarà mai seriamente affidabile un discorso sulla crescita finché non si capirà che la vera crescita è solo quella sostenibil­e!

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