IL BATTITO ESTRANEO E INQUIETANTE DI UN «INTRUSO»
Hocestenimcorpusmeum: questoèilmiocorpo.Ma diquestaapparentecertezza, cosa conosco veramente? Quale realtà «pensata» e «pensante» caratterizza davvero la mia corporeità, nella sua distinzione fisica,nellasuaaffermazionespaziale, in quanto «singolarità» soggetta a relazioni con altri corpi? Possiedo o sonoioilmiocorpo?Ilmiocorpo,infine, mièestraneo,oèilconfineinvalicabile della mia più intima identità?
Sono queste alcune delle domande che si pone Francesca Recchia Luciani in un affascinante, sofisticato saggio dal titolo Jean-Luc Nancy. Il corpo pensato, recentemente pubblicato per i tipi di Feltrinelli nella collana Eredi diretta da Massimo Recalcati. Nel testo, dedicato al pensiero del filosofo strasburghese scomparso il 23 agosto del 2021, l’autrice ci invita a riflettere su questioni la cui forza filosofica rimette in discussione sistemi concettuali a noi apparentemente vicini, che ci colgono tuttavia impreparati, come quelli di «identità», «estraneità», «ospitalità», «relazione», «libertà», «sessualità», «malattia», «morte».
Nel dialogo con il filosofo e amico Jean-Luc Nancy, Recchia Luciani intreccia un percorso condotto con rara competenza e chiarezza espositiva, capace di condurci per mano lungo i sentieri più tortuosi, ma al tempo stesso maggiormente significativi, di un pensiero che ha saputo cimentarsi con tematiche spesso contro-corrente e scomode. Una riflessione che pone l’accento su questioni etico-politiche, prima ancora che filosofiche, e che mira a sorvegliare costantemente l’attualità storica in cui ci troviamo a vivere e a pensare. L’impegno costante del filosofo JeanLuc Nancy di alimentare il proprio pensiero attraverso la pratica decostruttiva, a partire dalle personali esperienze di vita, ha dato luogo, infatti, a una fertilità di scrittura che diviene fedele indicatore di un percorso speculativo di rara autenticità.
L’esplorazione della tematica del corpo pensato rappresenta il fil rouge scelto dall’autrice per attraversare l’intera produzione del filosofo. Leggendo le pagine del libro, ci si sente trascinati in un sentimento di spaesamento, come di chi, «caduto in mare pur restando sul ponte», deve saper fronteggiare il frazionamento inatteso della propria identità: è l’esperienza limite raccontata dal filosofo francese nel momento in cui apprende, all’età di cinquant’anni, di doversi sottoporre a un trapianto di cuore.
È invero, il sentimento perturbante originato dallo spaesamento di chi, all’improvviso, nel silenzio della propria inviolabile corporeità, è costretto a convivere con il battito estraneo di un intruso (come recita il titolo di un suo famoso testo, L’intruso, 2000), di un cuore che pulsa di vita, ma che, in quanto straniero, non vuole essere «ospitato» (generando, come conseguenza, una spirale di complicanze oncologiche - anche queste intruse - dovute alle terapie antirigetto). Tutta l’intimità viene allora sconvolta, e questo «incontro con l’alterità, soprattutto se inimmaginata e inattesa, … in quanto non autoctona né familiare, produce uno shock generale che si riverbera su tutto il proprio sé» - spiega Recchia Luciani in pagine estremamente penetranti.
D’altra parte, nel suo testo intita tolato Il perturbante (Das Unheimliche), Freud, autore molto caro a Nancy, aveva descritto chiaramente quel sentimento di angoscia che si sviluppa quando ci rendiamo conto che nell’intimo della propria casa (Heim), e non fuori o contro, ospitiamo la noncasa (l’un-Heim). Ovvero quando riconosciamo che proprio lo straniero, ciò che consideravamo essere estraneo, è presso di noi, tra noi, con noi ci abita. Da notare che proprio xenos, il termine con cui si designa in greco lo straniero, è per Freud l’unico termine in grado di tradurre l’ambivalenza di Unheimlich. «Ci si sente “spaesati”», sottolinea Martin Heidegger in Essere e tempo, ricorrendo alla medesima terminologia, quando l’uomo, con angoscia, scopre che quella casa dove prima si abitava, si soggiornava, quella casa familiare e conosciuta, ora diventa qualcosa di estraneo e inquieto, qualcosa di sconosciuto, un (non) luogo.
Il paradosso nasce quando quellostranierodicuisidenuncial’intrusione viene ad essere riconosciuto comeunorganovitale,indispensabile allapropriasopravvivenza.Daqui,nel caso di Nancy, l’inverarsi sconcertante di un’identità auto-estraniantesi: «Sono dunque io stesso che divengo il mio intruso». Ma quella che poteva essere un’esperienza di perdizione liminale, diviene il punto di partenza perunnuovoorizzonte,moltopiùricco e articolato. Lo straniero è di per sé ambivalente – è l’ambivalenza. Non possoviverelasuapresenza,ilsuoarrivo, se non come una minaccia. Ma insieme avverto che quella pur ineliminabile minaccia è per me feconda, mi conferisce qualcosa che, pur inconsapevolmente,attendevodatempo, e di cui non potrei fare a meno. Posso respingerlo – certamente – in quanto è minaccia. Ma se mi accingo a questo, percepisco anche un mio profondo e irrimediabile depauperamento. Non solo. Quello straniero può essere lo strumento necessario per la mia stessa vita.
Dall’esperienza spaesante di un’identità corporea minacciata, nascedunqueunanuovaontologiadella corporeità.Nancyidentifical’esistenzaumanacometeatrodico-esistenze dicorpicheentranoinrelazione;dove l’io stesso è prima di tutto singolareplurale, interno-esterno, mio-tuo; e doveilcorpo,«l’essereincomunedell’esistenza», non viene più sentito come possesso monolitico e chiuso, quanto piuttosto come un confine violabile ex-posto a un fuori, che comunica e interagisce approssimandosi dal limite della propria pelle, toccandoevenendotoccatoinquellibero experiri «che è un andare fuori, senza saperesevisifaràritorno».Ilcorpodiviene allora il luogo privilegiato di compresenze indissolubili, di una materia e psiche intimamente unite, di uno spazio condiviso in cui si «appartengono separandosi», nel loro «toccarsi reciproco», affettività e sessualità,solitudineecondivisione,vulnerabilità e forza. Nel corpo pensato che anima la filosofia di Nancy, il corporappresentadunqueuncroceviadi senso, nella sua irriducibile duplicità e apertura al con-essere di altre e straniere identità ed esistenze.
Jean-Luc Nancy. Il corpo pensato
Francesca Recchia Luciani Feltrinelli, pagg. 224, € 16