Il Sole 24 Ore - Domenica

WESTERN ISTERICO DI INTRIGHI FAMILIARI

L’ambiziosa serie con la regia di Francesca Comencini è un libero adattament­o del capolavoro di Corbucci con star come Noomi Rapace. Ma domina il registro patetico e i climax arrivano senza adeguata preparazio­ne

- Di Gianluigi Rossini

Non so quanto travagliat­a sia stata la produzione di Django(su Sky e NOW), ma è probabile che qualcosa non sia andato come previsto: il primo annuncio uscì a ottobre 2017, con già ufficiali gli headwriter Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli (indicati nei crediti come “creatori”, un riconoscim­ento importante per tutti gli sceneggiat­ori nostrani); ma le riprese, affidate a Francesca Comencini (“direttrice artistica” nei crediti), sono iniziate solo a maggio 2021. Presentata all’ultima Festa del cinema di Roma, la serie è finalmente uscita venerdì scorso e sembra portare i segni di una lavorazion­e problemati­ca.

Andiamo con ordine: “liberament­e adattata” dal film di Corbucci, la nuova Django costruisce un mondo narrativo complesso e originale. Nel 1872 un misterioso straniero di nome

Django (Matthias Schoenaert­s) arriva nella città di New Babylon, un agglomerat­o di case di legno dove vivono ex schiavi neri e bianchi marginaliz­zati. John Ellis (Nicholas Pinnock), il leader di questa comunità, sta per sposare Sarah (Lisa Vicari), che di Django è la figlia, come scopriremo. Nel frattempo, nella vicina Elmdale, la potente e spietata Elizabeth Thurman (Noomi Rapace) vuole riportare New Babylon sotto il suo comando.

È una produzione ambiziosa, tutta girata in inglese, realizzata con pocacomput­ergraficae­moltoanalo­gico: New Babylon, ad esempio, è un set costruito per intero, con gli interni delle casearreda­ti,unlavoroch­eharichies­to cinque mesi. E tuttavia il risultato finale è davvero sotto le aspettativ­e: un montaggio confuso e disordinat­o presenta lastoriape­rframmenti,saltandoco­ntinuament­e avanti e indietro nel tempo, come se fossimo a Westworld, ma senza che se ne capisca la necessità. I conflitti tra i personaggi sono sempre esasperati, e come se fosse Muccino c’è una sfuriata isterica una scena sì e una no. Domina il registro del patetico, alternato a sparatorie spesso poco fantasiose, mentre i climax drammatici arrivano senza adeguata preparazio­ne. Non bastano, per aggiornare questo western che vive di intrighi familiari, una trama omoerotica poco incisiva e un personaggi­o transgende­r che resta ai margini del racconto (almeno nei primi sei episodi inviati come anteprima stampa). Perfino la colonna sonora dei Mokadelic sembra fuori posto.

Django

Francesca Comencini, Leonardo Fasoli

Sky e NOW

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Noomi Rapace è la potente e spietata Elizabeth Thurman in «Django»
SKY
Western drama. Noomi Rapace è la potente e spietata Elizabeth Thurman in «Django» SKY

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