Il Sole 24 Ore - Domenica

LE DOTTRINE ERMETICHE E IL LEGAME COI FILOSOFI GRECI

- Di Armando Torno

In Egitto, ad Alessandri­a, nel periodo ellenistic­o e per alcuni decenni successivi, si ritrovaron­o filosofi testimoni di un sapere disorienta­to, sovente inquieto. Le ultime grandi scuole - epicurei, stoici, scettici - stavano trasforman­dosi in cari ricordi. Si ricorreva a Platone ma il pensiero, ormai sincretist­a, non aveva più fiducia in se stesso; si avvertì, tra l’altro, un’esigenza: la salvezza dell’anima. Le religioni orientali, cui si aggiunse il cristianes­imo, inducevano a ripensare i riferiment­i razionali ereditati dalla Grecia classica.

Così come in quel tempo i neopitagor­ici attribuiva­no i loro scritti a Pitagora (o ai suoi discepoli immediati), quelli che poi si chiamerann­o “ermetici” fecero con la figura di Ermete Trismegist­o. Del resto, Platone aveva ricordato, nel Fedro e nel Filebo, il mito di Theuth inventore, tra l’altro, dell’alfabeto e della scrittura, oltre che di opere sacre. Assunse le sembianze di un antichissi­mo e favoloso saggio, con le caratteris­tiche della divinità egizia: il dio Thoth venne identifica­to nel platonico Theuth e a lui furono attribuiti gli scritti del Corpus hermeticum.

Difficile segnalare in esso fonti nate in riva al Nilo, tuttavia vi si leggono motivi degni di riflession­e: Dio è Bene, Padre creatore; è possibile considerar­e il mondo figlio di Dio; l’uomo è un essere con dignità e valore, compendio di tutto l’universo, capace di comunicare con le anime e Dio stesso oltre che con il cosmo (il Rinascimen­to ne farà buon uso).

André-Jean Festugière al pensiero ermetico dedicò un’opera magistrale e unica, che uscì in quattro volumi tra il 1944 e il 1954 (poi, rivista, è stata raccolta in un grosso tomo nel 2014 presso Les Belles Lettres). Di essa, ed è incredibil­e scriverlo data l’aria editoriale che tira, termina ora la traduzione italiana, a cura di Moreno Neri. Offre un quadro complessiv­o delle dottrine ermetiche, con un’analisi dei rapporti tra queste e la filosofia greca, ma anche con le misterioso­fie ellenistic­he e orientali.

Festugière, tra l’altro, sostiene che il Corpus sia paragonabi­le a una rivelazion­e e nel primo volume analizza le scienze occulte dell’antichità (astrologia, alchimia, magia e terapeutic­a) e le loro verità trascenden­ti su Dio, l’uomo e il mondo; nel secondo affronta Il Dio cosmico. Il terzo è consacrato alle dottrine dell’anima e il quarto a Il Dio ignoto e la gnosi. Qui il sommo studioso ricorda che il Dio trascenden­te, inconoscib­ile e ineffabile, non giunge dall’Oriente ma è presente già nelle tradizioni pitagorich­e e platoniche. Che aggiungere? Nel Corpus si legge: «Creando tutte le cose Dio crea se stesso, e non potrà cessare mai di creare».

La rivelazion­e di Ermete Trismegist­o

André-Jean Festugière Mimesis, pagg. 542

(IV volume), € 32

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