LO SCONTROSO «SCIRICò» MAESTRO DEL PARLAR MALE
La produzione letteraria dell’artista tra il 1910 e il 1978 documenta i difficili rapporti con le avanguardie francesi, i taglienti giudizi su Van Gogh e Matisse e la disistima per Roberto Longhi
Al suo debutto parigino al Salon d’Automne (1913)DeChiricoconosce Picasso, che lo presenta ad Apollinaire comeil«pittoredeitreni». Dalla sua prima lettera all’autore di Alcools veniamo a sapere che «Sciricò», ormai francese di adozione, l’ha omaggiato di alcune sue opere, forse intuendo quanto la casa del poeta fosse ben frequentata. In cambio gli chiede solo una poesia a lui dedicata. Apollinaire lo affida a Paul Guillaume che gli assicura un lancio internazionale e GdC lo ripaga con il leggendario ritratto in forma di bersaglio.
L’attività di GdC scrittore parte e prosegueinparalleloconquelladell’artista, nella scansione delle diverse stagioni creative, a partire dai Manoscritti parigini (1911-1914), le basi della Metafisica,trariflessioniepoesie,corredatida una serie di schizzi, proiezione dell’immaginario metafisico. Il talento multiforme, la verve dialettica, il gusto dell’ironia, il successo crescente di critica e mercato gli procurano l’attenzione e lafrequentazionedeiprotagonistieminenti della società culturale, come Breton, Eluard, Cocteau, Aragon, Max Ernst, eccetera. I più avvertiti tra loro gli acquistanodelleopereaprezzodifavore. Lo scoppio della guerra costringe GdC, assieme al fratello Alberto Savinio, a tornare in Italia, a Ferrara, per il servizio militare. Il racconto di quell’esperienza è affidato soprattutto alle pagine di Memorie della mia vita (1945 e sgg.), forse l’autobiografia novecentesca di maggiore intrattenimento. I fratelli, che incontrano anche Carrà, marcano spesso visita, al punto da farsi ricoverare per problemi psichici pur di sottrarsi alla noia della naia. Qui il Nostro dipinge solo capolavori consentendo a Ferrara di fregiarsi in seguito del titolo di «città della Metafisica».
IlDopoguerrasegnaperGdCuna svolta,conl’adesionea«Valoriplastici» e un ritorno al figurativo classico che si ispiraaimaestridelRinascimentoedel Siglo de Oro. Per questo deve affinare ancorpiùil“mestiere”ela“tecnica”,recandosineimuseipereseguirecopieda Lotto,RaffaelloeMichelangelo.Gliamicifrancesi,enonsolo,laprendonomale e gli voltano le spalle e gridano al “ripudio” della Metafisica. La risposta sdegnatadi«Sciricò»sfociainunadomanda: qualcuno ha mai parlato di ripudio quandoPicassohasmessodidipingere Arlecchini e saltimbanchi?
IntantoilSurrealismostaperimplodere, e le vie d’uscita per gli ex amici sono due: il suicidio (tema dibattuto sull’organo«LaRévolutionSurréaliste» nelgennaio1925)ol’iscrizionealpartito comunista: Breton, Eluard e Aragon scelgonolaseconda,RenéCrevellaprima.Ipittori,menovulnerabilideipoeti, allievielettividi«Sciricò»,comeMagritte,ilpiùfedele,eMaxErnst,ilpiùnobile, proseguonoperlastradadaluiindicata, e altri ne giungeranno, come il funereo Delvauxel’arrapatoBellmer.IlSurrealismoconoscecomunqueunclamoroso colpo di coda letterario, grazie a GdC, conlapubblicazionedelromanzoHebdomeros. Le peintre et son génie chez l’écrivain(1929),unaproiezionenarrativa della sua opera pittorica. Tutti gli ex nemicisiimpadroniscono,percosìdire, di Hebdomeros come del capolavoro tanto atteso e i cantori più eccitati sono Breton,AragoneBataille.Laprimaedizione italiana di Ebdòmero (1942) è di Bompiani,susuggerimentodiSavinio, che pubblica nello stesso anno Narrate uominilavostrastoria,avviandoconValentino un rapporto d’autore, amico e collaboratore. Il secondo romanzo autobiografico, Monsieur Dusdron, esce subitodopoEbdòmero.Ilnomedelprotagonista è l’anagramma di Nord Sud, a sottolineare l’integrazione tra la formazione classica dell’adolescenza e quella germanica, artistica e filosofica, sotto l’egida dei tetrarchi Böcklin, Klinger,NietzscheeSchopenhauer.Apartiredal1944,congliScritticriticiepolemici,laCommediadell’artemodernaeleeffervescentiinterviste,GdCvaallaguerra contro l’aborrita École de Paris e i “filogalli” e “francolatri” critici, soprintendenti, direttori di musei e occasionali ministri inauguratori. In cima alla lista è l’insigne Roberto Longhi, che per la veritàavevascagliatolaprimapietra,in occasione di una delle prime mostre metafisiche romane nel 1919, con una recensioneinunaelegantequantoferoLonghi cechiaveparodisticafindaltitolo:Aldio ortopedico. Circa quarant’anni dopo, LonghiavevacuratoperlaBiennalevenezianaunamostradedicataallaMetafisica con opere di De Chirico, Carrà e Morandi.GdCscrisseedenunciòintutte le sedi di non essere stato consultato perlasceltadelleopere,tralequalic’era un falso sfuggito ai curatori. Capitava quindiche,quandoiduesiincrociassero per le strade di Roma o di Firenze, il compisse strane acrobazie per svicolare,magaritemendochel’avversario potesse passare a vie di fatto.
Rapsodico cronista, forse involontario, del clima artistico e culturale dell’ItaliadelsecondoDopoguerra,GdC ci squaderna una sua controstoria dell’arte europea, tra fine Ottocento e primoNovecento,conilpigliodiungiustizierewesternmunitodilistadiobiettivi sensibili.Primo,ilcelebratoedatutticopiatoCézanne,all’origineditutto,compresoilCubismo,lacuifigurazioneapprossimativaderivadallascarsezzatecnica di cui è consapevole; bigotto, subornato dai gesuiti, non si permette di usare modelle nude nel suo studio così che le sue Bagnanti appaiono come legnosi manichini. Gauguin, gravato da un’ossessivasensualitàtipicadeibretoni (ma anche i ferraresi non erano da meno),quandovuoledipingereuncane sembrauntapiro,maalmenoèunbravo scrittore. Van Gogh, con i «suoi crostonigiallocanarino»,èun«disgraziato schizofrenico». Matisse con la «sua oscena mostra di scarabocchi» ha profanato Palazzo Barberini. ToulouseLautrec,piùchepittore,èuncartellonista. La lista di proscrizione è ben più lunga, ma è preferibile concludere con un esempio in positivo di un artista stimatodaGdCedallasingolarepersonalità, André Derain, agli inizi vicino ai Fauves, e poi orientato a Corot. Al suo successo,secondoGdC,piùcheleopere contribuisceilsuocarattere«scontroso per eccellenza, non parla mai e se qualcuno gli rivolge la parola risponde con ungrugnito».Vienevogliadiconoscerlo, di guardarlo in faccia. Abbiamo il ritratto ora al MoMA, che gli ha fatto Balthus:unomoneritto,inlungavestaglia da camera, espressione da orco, in secondopianounagiovanissimamodella discinta,moltobalthusiana,inattesadi rimettersi in posa.