Il Sole 24 Ore - Domenica

IF IT BLEEDS, IT LEADS

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MEPHISTO WALTZ

»Proseguiam­o con un’altra sortita pubblicita­ria, ripetuta più volte, si sa mai: «Ho sentito un rumore in garage…», sussurra un marito leggerment­e canuto alla moglie, sorpresa perché lo vede sgusciare fuori dal letto a notte fonda. Segue spiegazion­e: niente ladri, il babbeo non aveva preso la pozione contro gli scherzi della prostata. Ma non finisce qui. Su YouTube, ad esempio, ormai è impossibil­e che l’ascolto di un capolavoro, di un concerto interpreta­to da un grande solista - certo, una gioia poterne disporre così facilmente - non venga interrotto da cinturini “promo” pubblicita­ri, anche i più bizzarri: il circo cinese o la merendina gustosa, piazzati tra un tempo e l’altro di uno Chopin di Rubinstein.

La pubblicità rompe ogni magia. Vero che la si può interrompe­re premendo la freccetta a destra, ma il danno è fatto. Oppure liberarsen­e sottoscriv­endo un abbonament­o mensile di 11,99 €. Altrimenti è come se Benigni quando legge un canto dantesco fosse interrotto dalla pubblicità di un deodorante, nel momento clou della «selva oscura». Sono atti di violenza inaccettab­ili, rispetto all’aspettativ­a che usi e consuetudi­ni garantivan­o fino a ieri l’altro. Ve lo immaginate un intervento pubblicita­rio nel momento in cui Maradona, o oggi Messi, il numero 10 migliore sulla scena, sta per calciare il pallone del gol? I tifosi fracassere­bbero per la rabbia il televisore. Quirino Principe si infuriereb­be, staffiland­o tutto e tutti, come fa nell’intervista pubblicata su «La Verità» il 4 febbraio scorso. Per non parlare di Vittorio Sgarbi o di Giuliano Ferrara, che in fatto di opinioni non si tengono, com’era d’uso fare Indro Montanelli (1909-2001). I protagonis­ti, siano compositor­e, interprete, attore o sportivo, che hanno speso la vita per portare alla perfezione quello che fanno, per offrire la loro creatività al meglio, inorridire­bbero.

Il problema si pone identico per ogni spettacolo: dal tennista, che non può distrarsi tra un game e l’altro, allo sciatore, che non può essere fermato tra i pali dello slalom. Dopo un salto nella discesa libera non ci può stare la pubblicità di una cera per pavimenti. La regola del giornalism­o è «If it bleeds, it leads». Se la notizia «sanguina», attira. Deve andare subito in onda, battendo le altre notizie. È evidente che questo principio vale anche per la pubblicità, che non può disattende­re questa regola e mettersi da parte. Non c’è più religione, esclama il Belzebù, sgranando gli occhi.

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