NEL LUSSUREGGIANTE GIARDINO DELLE PAGINE
Le letture sono frammenti di una biografia personale e collettiva allo stesso tempo, sono una mappa di luoghi e tempi diversi in cui ritrovare, accanto ai grandi classici, viaggiatori, predicatori e poetesse a lungo dimenticate
Leggere non è una attività qualsiasi, un libro non è (solo) un oggetto che si può prendere e lasciare a nostro piacimento. Leggere vuol dire entrare in contatto con qualcun altro, dargli ospitalità dentro di noi. Leggere è qualcosa che ci segna, che lascia in noi una traccia. Leggere è evocare un mondo di fantasmi, che si installano nel teatro della nostra mente, che abitano la nostra memoria, che plasmano le nostre emozioni. Leggere è specchiarsi in un altro, o in un’altra.
Ma il gioco di specchi si moltiplica se ripercorriamo le letture che abbiamo fatto in passato, se abbiamo scritto di libri e rileggiamo quel che i libri ci avevano suggerito. È quello che Valerio Magrelli e Andrea Montanino mi hanno invitato a fare, a scegliere cioè alcuni degli articoli che nel corso degli anni ho scritto per il supplemento culturale «Domenica», de «Il Sole 24 Ore». Ed è così che, a distanza di tempo, mi sono ritrovata a vedere come via via avevo reagito di fronte ai libri e agli incontri con diverse persone con cui i libri sono legati. Del resto ripercorrere anche in parte le proprie letture vuole dire ricostruire frammenti di una biografia personale e collettiva, vuol dire ripercorrere una mappa di luoghi e di tempi diversi. A questo gioco di specchi, a giocarvi un proprio personale ruolo invitiamo ora chi ci legge.
L’idea del libro come giardino è anticaediffusa:bastipensarecheantologiasignificaunaraccolta,unmazzodi fiori,comedelrestoflorilegio.ÈinteressantepensareacomenelDuecentoRiccardodiFournival,canonicodellacattedrale di Amiens, poeta, autore del Bestiaired’amour,appassionatodilibriedi tutte le scienze, estenda questa idea all’interabiblioteca.NellasuaBiblionomia i libri, classificati secondo lo schema delle arti liberali, sono “piantati” nelle diverse aiole. E pare che la biblioteca da luiraccoltacostituiscailnucleopiùanticodellaattualebibliotecadellaSorbona.
A mia volta mi sono divertita a pensare le parti di questo libro come delle aiole del giardino, di uno dei molti giardini possibili che le mie letture nel corso degli anni hanno costruito.
Come si può vedere dalla prima aiola del nostro giardino dei libri, che abbiamo dedicato alle biblioteche, una biblioteca è anche in un certo senso la biografia di chi l’ha costruita attraverso il tempo, come ben sapeva Bernard Berenson,chelasciaallaUniversitàdiHarvardinereditàVillaITatti,conlasuabiblioteca, i suoi giardini e la sua collezione d’arte, e come ben sa Alberto Manguel,chetantohascrittosullabiblioteca e sul piacere della lettura e dirige ora a Lisbona,dovehannotrovatosedeisuoi libri,ilCentrodeEstudosdaHistóriada Leitura, che di recente è stato ribattezzato come Espaço Atlântida, a indicare che forse oggi costruire una biblioteca corrisponde a un progetto utopico.
C’èunaanticatradizionechepercorre per secoli la cultura europea e insegna a rafforzare la memoria, a usarla inmodocreativo,acostruirenellamente palazzi, giardini, intere biblioteche: è latradizionedell’artedellamemoria.Ad essa è dedicata la seconda aiola del nostro giardino. Troviamo qui alcuni esempieuropei,comeGiulioCamillo,o Opicinus de Canistris, autore di mostruosemappeprofetichedelmondo,o ifrancescanichenelSeicentopubblicanostraordinarilibriillustratichedelineanolearchitetturedelsapere.Mavediamo anche come l’arte della memoria operi ben al di là dei confini europei, ad esempio tra gli sciamani, e in forme diverse anche ai nostri giorni, nell’esperienza dei mnemonisti, nei progetti utopicideipalazzienciclopedici,onelle sperimentazioni artistiche.
Aldilàdellatradizionaledivisione tra parole e immagini l’arte della memoria insegnava a tradurre le parole in immagini, e le immagini in parole. Ci può dunque fare da tramite alla nostra terza aiola, dedicata appunto a parole e immagini. Si tratta, come si vede dagli esempi scelti, di un mondo vastissimo, incuiincontriamolepiùdiversetipologie:dairitratti,alleimprese,algiocodelle sorti che diventa anche un “giardino di pensieri”, all’iconologia, ai bestiari, alle storie e ai personaggi della letteratura medievaledipintisuimuri.Eancoraincontriamo il gusto collezionistico di un grandeletteratocomePietroBembo,la fortuna figurativa di Dante e di Ariosto, le misteriose immagini alchemiche, la loro storia, le loro trasformazioni. E vediamocomeipoeticreanoilmitodiRaffaello nella Roma di Leone X.
Nello stesso tempo leggiamo come questo mondo in fermento gioca gran parte nella autobiografia di un grande storico dell’arte come Michael Baxandall, e nella storia londinese del miticoistitutoWarburg.Paroleeimmaginientranopoiingioconellariflessione sulla anachronic Renaissance, sui complessi rapporti con le diverse facce del tempo che un’opera può testimoniare.
Un invito a varcare i tradizionali confinicivienepropostoanchedalpercorsodellanostraultimaaiola,dove,accanto ai classici, alle grandi figure consacratedalcanone,troviamoviaggiatori,predicatori,mistiche,poetessealungo dimenticate, scritti dalla linea del fronte della Prima guerra mondiale, e tantoaltroancorachelasciamoscoprire a chi si avventurerà nella lettura.
Abbiamo provato a delineare un giardino con le sue aiole, ma naturalmenteleaiolenonsegnanoconfinirigidi, si aprono piuttosto su molti sentieri cheleleganofradilorocostruendouna rete che via via affiora.
Nel giardino dei libri
Lina Bolzoni
Mauvais Livres, pagg. 270, € 26 Questo articolo è tratto dall’introduzione del volume che sarà in libreria dal 28 febbraio