ANTROPOCENE «QUASI» AL PUNTO DI NON RITORNO
C’è un libro che andrebbe immediatamente adottato in tutte le scuole. Si tratta de Il giro del mondo nell’Antropocene di Telmo Pievani e Mauro Varotto, con un corredo di carte realizzato da Francesco Ferrarese. Insieme al suo “prequel”, Viaggio nell’Italia dell’Antropocene, dei medesimi autori, il volume risulterebbe assolutamente indispensabile all’insegnamento della geografia, spesso considerata un fanalino di coda del curricolo scolastico e che invece dovrebbe rappresentare il nuovo punto di partenza per una pedagogia il cui fine sia quello di formare individui capaci di immaginare un futuro sostenibile per il nostro pianeta. Alla geografia spetta il compito di diffondere una visione critica della realtà nella quale siamo immersi e, in una prospettiva evoluzionistica, anche di comprendere le nostre responsabilità. Sin dagli albori, la nostra presenza sulla Terra ha significato una trasformazione costante dell’ambiente, fino al punto di quasi non ritorno in cui ci troviamo: l’Antropocene.
Il libro si articola in varie narrazioni. C’è l’avvincente e ironico racconto fantageografico di Pievani, ambientato in un futuro 2872 e ispirato al Giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, il cui protagonista è lo scienziato evoluzionista, Ian Fogg. Egli vi inviterà a salire su un aereo alimentato a idrogeno verde, per compiere un viaggio intorno alla Terra in soli 8 giorni, insieme a una strampalata compagnia di turisti. L’obiettivo è vincere una scommessa, battendo sul tempo un nugolo di terrapiattisti in crociera capitanati dal perfido ex presidente Usa Tronald Duck. Insieme a Fogg sorvolerete tutti i continenti, seguendo le tracce del percorso che Sapiens e altre specie a lui coeve ma poi estintesi – fra cui Neanderthal e Denisoviani - hanno compiuto per diffondersi sul pianeta: a partire dalle grotte del Sud Africa e dalle vallate dell’Etiopia fino a Ushuaia nella Terra del Fuoco. Vi troverete catapultati nel 2872, quando i cambiamenti climatici avranno radicalmente modificato l’aspetto dei continenti per via dell’innalzamento dei mari di circa 65 m., secondo le previsioni degli esperti.
Come è possibile osservare nelle mappe ridisegnate da Ferrarese, intere nazioni come il Bangladesh o il Senegal saranno totalmente sommerse; e se da un lato vi sarà lo spaventoso avanzamento dei deserti, dall’altro lato vi sarà il completo scioglimento delle calotte artica e antartica, che saranno tra le uniche regioni della Terra caratterizzate da un clima temperato. Dall’alto del velivolo potrete assistere alle vicissitudini di mondo distopico: mammut fatti resuscitare, pollosauri geneticamente manipolati, comunità di cyberterroristi negazionisti che vivono sottoterra, intere città costruite su palafitte, i grattacieli di Manhattan abbandonati sul bagnasciuga. E poi c’è la solita umanità, egoista e guerrafondaia.
Ma si può leggere un altro libro nel libro, che consiste in una assai realistica rappresentazione della situazione attuale. C’è il consumo spropositato di combustibili fossili, che ancora oggi è in atto soprattutto in Cina e in Russia, ma non solo, visto che anche nella civilissima e politicamente “verde” Germania, si è ancora disposti a sgomberare un intero villaggio per espandere una miniera di carbone. C’è lo spropositato consumo di carne pro capite nei Paesi occidentali, fenomeno che alimenta la crudeltà degli allevamenti intensivi e dei macelli – è il caso del Brasile - e che rappresenta una delle principali cause del rilascio di CO2 nell’atmosfera, per via dell’inarrestabile deforestazione. Ci sono gli iceberg di plastica e le vere proprie «montagne di rifiuti», come quella di Bantar Gabang a Nord di Jakarta. C’è l’inaridimento di ampie zone geografiche a causa dell’intervento umano: è il caso del lago d’Aral, oggi ridotto al 25% della sua capacità idrica per via della deviazione dei suoi due grandi affluenti, al fine di incrementare la produzione di cotone in Kazakistan e Uzbekistan.
La lezione che ci proviene dalle parole di Pievani e Varotto è che la geografia deve essere intesa quale scienza viva, che evidenzia analogie e relazioni fra eventi e luoghi apparentemente lontani: quando acquistiamo una t-shirt di cotone a basso costo in un centro commerciale, dovremmo pensare alle mostruose modifiche ambientali e allo sfruttamento della manodopera che la coltivazione di quel cotone ha comportato.
AL PRIMO POSTO CI SARà SEMPRE DI PIù L’EMERGENZA MIGRANTI, POPOLI IN FUGA DA CONDIZIONI INVIVIBILI
Al primo posto, però, c’è l’emergenza dei migranti, che si concretizza in realtà quali la «metropoli dei rifugiati» di Bidi Bidi, in Uganda, con i suoi 282mila sfollati. La situazione non potrà che andare a peggiorare, perché nel futuro aumenterà esponenzialmente il numero delle persone in fuga dal proprio Paese per via dei disastri ambientali.
Sin dalla sua comparsa su questopianeta,l’Homosapienshautilizzatoilnomadismoqualeprincipalestrategia di sopravvivenza per sfuggire a condizioni invivibili: si tratta, quindi, di un problema che ci riguarda tutti e di fronte al quale la politica degli Stati non può più distogliere lo sguardo.
Ovviamente vengono valorizzati anche i moltissimi interventi virtuosi attualmente in atto in vari Paesi del mondo: dai progetti di massiccia riforestazione quali quello della onlus Terra di Sebastião Salgado in Brasile, alla proposta di far subentrare gli insetti alle bistecche di manzo, come fonte di proteine nobili in una futura dieta sostenibile.
Pur prospettando una situazione abbastanza catastrofica, le intenzioni del libro sono improntate, in realtà, a un ferreo ottimismo: è un’esortazione a ingaggiare una sfida contro problemi ecologici enormi, che ancora per qualche tempo, però, saranno affrontabili, grazie sì al contributo individuale, ma soprattutto ricorrendo all’intervento più che necessario del coordinamento delle forze politiche a livello globale, perché i problemi ambientali travalicano i confini territoriali e alla fine ci riguardano tutti allo stesso modo.
Il giro del mondo nell’Antropocene. Una mappa dell’umanità del futuro
Telmo Pievani e Mauro Varotto Raffaello Cortina, pagg. 200, € 22