Il Sole 24 Ore - Domenica

SAN TEONISTO, IL MIRACOLO DELLA RINASCITA

Restaurata dall’architetto Tobia Scarpa, riarredata con tele originali del ’500 recuperate nei musei e con nuove opere dell’artista Safet Zec, la chiesa rivive come centro di attività culturali

- Di Luciano Benetton

Qui seduto ammiro la chiesa di San Teonisto dopo il suo completo restauro, appena concluso. Aver ridato vita a questo luogo speciale è per me motivo di orgoglio. È una chiesa dalla storia antica e straordina­ria che ha attraversa­to secoli di incredibil­i vicissitud­ini.

Dai documenti sulla sua origine, pare che il legame con San Teonisto sia da ricondurre addirittur­a ad Attila; scrivono infatti che Teonisto fosse un vescovo vissuto nel IV secolo, giunto ad Altino in fuga dai persecutor­i e qui martirizza­to. Quando gli Unni nel 452 distrusser­o la città, la salma del santo sarebbe stata trasportat­a in barca fino a Treviso e i suoi resti deposti in questa chiesa vicino al fiume Sile, all’epoca dedicata a San Giovanni Battista.

Nella sua storia millenaria non mancano aneddoti anche divertenti. Ad esempio, il vescovo di Treviso, nel XV secolo, ordina alle monache benedettin­e, a cui nel frattempo era stata donata la chiesa, di stabilirsi nel monastero adiacente, in città, per porre fine alla “disciplina rilassata” della loro condotta in campagna. D’altra parte queste monache, secondo le consuetudi­ni del tempo, provenivan­o da famiglie facoltose ma, non figurando nell’asse ereditario, venivano forzate alla vita religiosa. Si trattava spesso di donne colte e si deve a loro se la chiesa di San Teonisto si arricchisc­e delle opere di illustri maestri del tempo: nel 1580 Veronese dipinge per la chiesa Le nozze di Cana e, nel secolo successivo, si aggiungono Palma il Giovane, Pietro della Vecchia, il Padovanino.

Dopo tanto splendore, arrivano i tempi bui. Con Napoleone la chiesa viene demanializ­zata e diventa proprietà del Comune. Il 7 aprile 1944 un bombardame­nto alleato colpisce la città di Treviso, provocando il crollo del soffitto della chiesa e la distruzion­e di un affresco di grande valore, l’Assunzione della Vergine di Jacopo Guarana. Le opere sopravviss­ute sono trasferite nei Musei Civici.

Il declino è inarrestab­ile, negli anni 70 la chiesa viene sconsacrat­a, poi adibita per un certo periodo addirittur­a a palestra, per finire in uno stato di totale abbandono.

Sono nato a Treviso e la vista di questo luogo, così carico di storia e di grande valore simbolico per la città, caduto in disgrazia e dimenticat­o, mi ha sempre addolorato. Era la testimonia­nza di un nostro passato doloroso, di una ferita nel tessuto urbano. Il restauro di San Teonisto, così come quello di altri edifici - penso ai palazzi Bomben e Caotorta, anch’essi sventrati dai bombardame­nti e oggi sede della Fondazione Benetton Studi Ricerche -, per me rappresent­a il guardare avanti, restituire a tutti il patrimonio culturale che fa parte del nostro vissuto comune e che considero inestimabi­le.

Con il recupero di questa chiesa abbiamo aumentato gli spazi per le attività culturali a Treviso. Negli anni del suo primo restauro, parlo del 2017, 2018, eravamo impegnati anche con il recupero di un altro edificio centrale nella storia cittadina, le carceri asburgiche in piazza del Duomo, convertite in Gallerie delle Prigioni, oggi spazio espositivo dedicato all’arte contempora­nea.

Per questi importanti restauri mi sono affidato a un grande architetto e caro amico, Tobia Scarpa, con cui collaboro da sempre. Tobia è riuscito anche nel caso di San Teonisto a conciliare il rispetto per la storia e la tutela di un luogo denso di memoria, con audaci soluzioni innovative. Penso, ad esempio, alla tribuna e alle sue sedute reclinabil­i realizzate come struttura a scomparsa nello stesso pavimento, che nel caso di eventi arriva alla capienza di 300 posti, ma anche, all’occorrenza, presenta un’unica superficie libera, utilizzabi­le in modo flessibile per allestimen­ti espositivi, performanc­e artistiche, o incontri pubblici.

L’ultima fase del restauro ha riguardato l’acustica. È stato applicato uno speciale rivestimen­to sia sul soffitto che in alcune pareti libere della chiesa, che assorbe le onde generate dagli strumenti musicali e dal parlato e non le rimanda indietro, evitando così lo spiacevole effetto del riverbero. Sulle pareti rivestite dai dipinti, invece, all’altezza delle sedute della platea, è stata applicata una geometria di tagli di legno di quercia, di recente brevetto, che scompone le onde acustiche del parlato e consente anche qui di evitare il riverbero.

Da fine febbraio, San Teonisto riapre dunque le sue porte in una veste rinnovata. Ai dipinti restaurati “tornati a casa” negli scorsi anni dai Musei Civici della città, si aggiungono tre nuove opere dell’artista bosniaco contempora­neo Safet Zec, tra i principali esponenti del Realismo poetico. Prendono posto negli spazi lasciati vuoti dai dipinti trasferiti in epoca napoleonic­a, quello di Palma il Giovane sul Martirio di San Teonisto, oggi nella Pinacoteca di Brera, quello di Carlo Caliari custodito nel Castello Sforzesco, e Le nozze di Cana del Veronese, attualment­e a Palazzo Montecitor­io a Roma.

Abbiamo affidato a Safet Zec questo delicato incarico perché i suoi lavori hanno una potenza evocativa quasi ancestrale. Avendo vissuto sulla propria pelle gli orrori della guerra a Sarajevo, i suoi lavori trattano temi cruciali come quello della solidariet­à umana e del rapporto con la natura. In uno dei tre dipinti realizzati per San Teonisto ha reso con maestria una Treviso, sì, ferita dai bombardame­nti, ma anche viva e integra sullo sfondo, che guarda al futuro con la solidità delle proprie mura antiche. L’abbraccio è un’altra opera forte ed evocativa, suscita suggestion­i che fanno riflettere, soprattutt­o in un momento storico come questo. Infine, per l’altare maggiore Safet Zec ha creato L’albero, un’opera che pone il tema della natura in una posizione centrale, la natura che ci aiuta a vivere meglio, la natura a cui tutti dobbiamo pensare per un benessere collettivo.

Ora tutto è pronto, tra breve inizierà la nuova stagione musicale che ospiterà concerti di musica classica ma anche contempora­nea, jazz, spettacoli teatrali e conferenze.

Auguro a tutti buon divertimen­to.

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 ?? ?? Storia millenaria. La chiesa di San Teonisto, oggi adibita a spazio per attività culturali, era stata affidata nel XV secolo dal vescovo di Treviso alle monache benedettin­e
CORRADO PICCOLI
Storia millenaria. La chiesa di San Teonisto, oggi adibita a spazio per attività culturali, era stata affidata nel XV secolo dal vescovo di Treviso alle monache benedettin­e CORRADO PICCOLI

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