PINOCCHIO DORME NELLE VESTI DI CYRANO
Davvero sorprendente il Cyrano di Arturo Cirillo, in senso letterale, per la continua inventiva, per le intersezioni fra mondi poetici e figurativi distanti tra loro, ma soprattutto per la capacità di tenere il pubblico in un continuo stato di stupore rispetto a una vicenda magari già nota ma riproposta in modo del tutto fantasioso e inconsueto. Lo spettacolo, passato all’Elfo Puccini di Milano fino al 12 febbraio, tappa di una lunga tournée, corona un sogno infantile dell’attore e regista napoletano, perché una delle prime esperienze che lo hanno fatto innamorare da bambino del teatro fu proprio uno storico musical di Domenico Modugno dedicato alle vicissitudini del poeta spadaccino.
E allora Cirillo vuole in qualche modo rivivere e riproporre le suggestioni assaporate da giovane spettatore, adottando per questa messa in scena i toni del varietà, della rivista, o di certi show televisivi degli anni Settanta, con un sipario tubolare d’argento disegnato da Dario Gessati e i costumi come sempre ricchi di originalità e di gusto di Gianluca Falaschi, tra torreggianti copricapi di piume e un profluvio di paillettes. Tutto si dispone, poi, intorno alle musiche e alle canzoni che Federico Odling ricava dalla commedia musicale di tanti anni fa e anche dalla colonna sonora scritta da Fiorenzo Carpi per il Pinocchio televisivo di Comencini. Già, perché, non pago di questo salto figurativo rispetto alla commedia scritta nel 1897 da Rostand, Cirillo inserisce costanti riferimenti alla fiaba di Collodi, trovando numerose analogie tra i due racconti, a partire dal naso spropositato dei due protagonisti. Quindi il bel Cristiano al quale Cyrano presta composizioni poetiche e perfino la voce affinché possa sedurre Rossana, da lui stesso amata, è in fondo una creatura di per sé inanimata alla quale è lui a fornire l’alito vitale, ma è lo stesso Cyrano ad essere in fondo un essere legnoso che ritrova la sua natura più profondamente umana soltanto alla fine della storia. Artista meditativo e sensibile, Cirillo, non vuole però soltanto comporre un bizzarro meccanismo scenico, e, nello sviluppo della turbinosa azione teatrale, definisce sempre di più il profilo intimo dei personaggi, con momenti di forte commozione suscitati da quel triangolo di amori incompiuti. E in questa infinita gamma di variazioni tonali sono perfettamente compartecipi i compagni di avventura del protagonista e regista, in una moltiplicazione di ruoli, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini. Figure manovrate ad arte da quella sorta di Mangiafuoco, che in scena con loro dà vita a momenti di leggera ironia e a profonde vibrazioni di sentimento e di umanità.
Cyrano de Bergerac
Arturo Cirillo
Genova, Teatro Modena, oggi Napoli, Teatro Mercadante Dall’1 al 12 marzo
Poi in tournée