TUTTO BENE A SCUOLA FIN CHE REGGE
Coerente con le aspettative di una prima stagione apprezzatissima (premiata con vari Emmy e Golden Globe), Abbott elementary mantiene inalterato lo stile mockumentary e uno spirito empatico che si manifesta nella focalizzazione sul gruppo affiatato degli insegnanti protagonisti. Le trame sentimentali si arricchiscono ma l’incapacità sociale di Janine e Gregory rallenta inesorabilmente qualsiasi sviluppo. Soddisfa di più vedere approfonditi alternativamente i difetti, le fissazioni, le qualità nascoste, ma anche i problemi emotivi ora di un personaggio ora di un altro, che si rivelano spesso riconducibili a contesti familiari non sempre facili, in parte accomunando questi insegnanti dall’indubbia vocazione ai loro piccoli allievi.
Tra gli episodi più significativi, quelli dove emergono, con incisiva semplicità, i problemi di divario economico tra la scuola pubblica e le opzioni private, o le incomprensioni derivanti da pregiudizi, pur nel contesto sottoprivilegiato di una scuola a composizione prevalentemente nera e working class. La praticamente perfetta veterana Barb dovrà più di una volta rivedere i suoi giudizi affrettati su aspetti del presente che non sempre comprende; Jacob contestualizza le sue debolezze e il ruolo di dura con un background ambiguo dell’italoamericana Melissa assume più sfumature, mentre la linea comica più tagliente rimane nelle mani della preside Ava. Le serie network come Abbott sono per natura più generaliste e rassicuranti, ma quando scritte con cura hanno il vantaggio di poter investire sulla progressiva familiarità con i personaggi. Per ora tutto regge, anche se a lungo andare potrebbe sentirsi la mancanza di qualche incursione più graffiante.
Abbott elementary 2
Quinta Brunson Disney+, dal 1° marzo