LA «BORRACCIA» DI COPPI E ALTRE «COSE» NOTEVOLI
MIRABILIA
»Chiara Alessi ci ha abituati da tempo a uno sguardo lucido e ludico e a una narrazione amabile ma non scontata degli oggetti cosiddetti “di design”. E anche quando, come in questo ultimo libro, ritornano allo stato più semplice di «cose», il racconto, affascinante, preciso, e spesso sorprendente di oggetti che hanno fatto la nostra storia, personale e/o collettiva, serve a collocarli in pieno dentro un vissuto o talora un immaginario. In Lo stato delle cose (appunto, Longanesi, pagg. 174, € 17,60) i simboli di una narrazione condivisa prendono vita e si rifrangono sotto nuove luci anche a chi pensa di sapere, di loro, tuttomapropriotutto. Non è così. La scelta è già interessante: borraccia, penna a sfera, passamontagna, schiscetta, il fiore nel logo aziendale di Mediaset, la striscia rossa sui pantaloni dei carabinieri, prendono tutti un’esistenza densa di rimandi e narrano un “collettivo” che non smette di funzionare e porre domande, oltre che, forse, generare risposte. Il caso più bello, per me, è quello della “borraccia” che si passano Bartali e Coppi (ma Coppi è in maglia gialla, particolare non piccolo per capire chi fa cosa) nel luglio del 1952 nella tappa del Galibier. Beffardo (o profetico?) appare il titolo del pezzo della rivista «Lo Sport Illustrato»: «Le tappe della verità». E che questa sia una verità da conquistare a tappe, Alessi lo ricostruisce con tenacia, divertimento e partecipazione. Anche perché, è evidente, i due non si passano una borraccia ma una bottiglia: eppure, forza delle parole, del design, delle storie, sarà d’ora in poi «borraccia». Cosa conteneva? Acqua o – magari – la mitica “bomba”? Rivelò Coppi una volta al giornalista Sergio Giubilo: «È composta da ingredienti segreti, i principali dei quali sono la simpamina e la fiducia che funzioni». Ma non è, questa, una risposta meravigliosa? Non è, poi, questa, la base di tutte le storie?