UNA PASQUA A SUON DI MUSICAL E PIEDI DANZANTI
«L’étendard sanglant est levé» si canta nella Marsigliese, mentre riflettiamo sulle recenti sommosse francesi e ripensiamo alla Francia della Rivoluzione, scenario dei Dialogues des Carmélites di Poulenc su libretto di Bernanos, fra i nuovi allestimenti del celebre Festival d’opera di Glyndebourne (glyndebourne.com) che si svolge fra il 19 maggio e il 27 agosto in Inghilterra. Nell’attesa dei suoi arcadici picnic l’attenzione si dirige – un’ora di treno - verso una delle capitali dello spettacolo, Londra.
Dopo lo stop pandemico, che ha inferto gravi danni a un settore meno tutelato del nostro, la capitale è riuscita però a ripartire a pieno regime, superando addirittura i risultati del 2019. La vendita dei biglietti è analoga a quella della prosa sommata a quella dei musical di tutta l’Italia nel 2019; gli incassi, poi, ammontano a quasi quattro volte. Ancora in scena e nominato agli Olivier Awards, ecco un classico come Oklahoma! (oklahomawestend.com), musica di Rodgers, libretto di Hammerstein II, nuovo allestimento già pluripremiato a Broadway. Una versione contemporanea, sexy, e un po’ inquietante di questa vicenda di cowboys e braccianti innamorati della stessa ragazza, nelle Grandi Pianure di inizi Novecento. Una quasi “riscrittura”, ma senza cambiare una parola.
Totale cambio di atmosfera, dal 12 maggio ritorna in scena Aspects of love (aspectsoflove.com), di uno fra i massimi autori, Andrew Lloyd Webber; ambientato nel secondo Dopoguerra fra Parigi e Venezia, seguendo la relazione fra un giovane e l’attrice di cui è turbato ammiratore. La canzone di apertura, Love changes everything, raggiunse il secondo posto nelle classifiche pop, all’indomani del primo allestimento nel 1989. Ma se invece fossimo “in carenza” di tip tap, allora attendiamo il 7 giugno quando al Sadler’s Wells (sadlerswells.com) iniziano le recite di 42nd Street: non è la vicenda quella che ci intrigherà, ma è l’apoteosi del tip tap, «come and meet those dancing feet», come dice la canzone. E se accusassimo un “calo” di musica di Gershwin? Pronto, dal 24 giugno ecco Crazy for you (crazyforyoumusical.com), con le canzoni immortali, paroliere il fratello Ira, cantate alla prima nel 1930 da due star come Ethel Merman e Ginger Rogers.
Naturalmente a Londra sono fortunatamente ripresi tutti i musical che già riscuotevano successo prima dello stop, tra cui vogliamo ricordare Hamilton e Mary Poppins; e proseguono quelli nuovi post pandemia, come Cabaret, Moulin Rouge, Back to the future (di cui vi abbiamo già riferito).
Tra le novità a Broadway dal 13 aprile è in scena Camelot (camelotbway.com), degli stessi autori (Loewe e Lerner) di My fair Lady. Debuttò nel 1960, a Kennedy piacque molto; furono le affinità percepite fra gli ideali del presidente e quelli dei Cavalieri della Tavola Rotonda, in scena appunto allora, a far definire “Camelgot” l’Amministrazione Kennedy.