L’INDUSTRIA AERONAUTICA IN ITALIA: UNA STORIA DI SUCCESSO
Quando si parla di competitività dell’Europa, raramente fanno difetto le geremiadi che vedono l’industria continentale, e italiana in particolare, soccombere quasi inevitabilmente di fronte a Stati Uniti e Cina. Al di là della generica validità di questa visione, i dati rimandano costantemente alla resilienza di tante industrie, anche nei comparti più dinamici, che venivano date per spacciate. Tra cui l’aeronautica: nel 1997, la quota europea di mercato globale oscillava tra circa 50% (ma in calo) per gli aerei regionali e un misero 8% per gli elicotteri militari, risultando pari a circa un terzo per Airbus e per gli elicotteri civili, così come per la motoristica.
Un quarto di secolo dopo, non è solo Airbus ad aver strappato lo scettro dalle mani di Boeing, è tutta l’industria aeronautica del Vecchio Continente ad aver alzato la testa e accresciuto la propria market share. E c’è anche parecchia Italia, che direttamente e indirettamente genera 1,8 trilioni di euro di fatturato, 9,4% dell’industria aeronautica europea, alle spalle di Germania, Regno Unito e Francia.
Le radici di questa eccellenza sono antiche e il libro di Francesca Fauri ne dà testimonianza convincente. Ci ricorda intanto come l’Italia sia stata all’avanguardia nella costruzione di aeroplani, una sorta di virtuoso parallelo con i successi dei nostri aviatori. Fin dagli albori, le vicende dei campioni nazionali – in primis della varesotta Caproni – si intrecciano con quelle politiche e belliche di un Paese che cerca di posizionarsi sullo scacchiere internazionale.
La sconfitta del 1945 pare rappresentare la fine di ogni velleità di conservare questo standing, eppure il legame tra imprenditorialità, strategie industriali e politica estera rimane fondamentale anche nel Dopoguerra e consente all’Italia aeronautica di rialzare la testa. Inizialmente come fornitore di parti e componenti per l’industria americana, poi per la fornitura a McDonnell Douglas e Boeing di interi sistemi integrati complessi, e nella produzione dei jet da addestramento per la Nato, in cui conquista la leadership. Si afferma in particolare l’elicotteristica, anche grazie ad acquisizioni estere, fino alla costituzione di Leonardo, di cui la divisione dei veicoli a decollo verticale rappresenta il fiore all’occhiello.
Tutto ciò, e molto di più, viene raccontato in maniera chiara ed esaustiva (un solo piccolo rammarico, l’assenza di riferimenti al dibattito sulla partecipazione italiana al progetto Airbus, conclusosi come si sa con la decisione di non farne parte). Quello di Fauci è un salutare tuffo nell’Italia del fare, che alla verbosa retorica della polemica preferisce il pragmatismo delle scelte, che raramente sono irreversibili.
Francesca Fauri
Storia dell’industria aeronautica italiana il Mulino, pagg. 256, € 26