Il Sole 24 Ore - Domenica

L’INDUSTRIA AERONAUTIC­A IN ITALIA: UNA STORIA DI SUCCESSO

- Di Andrea Goldstein

Quando si parla di competitiv­ità dell’Europa, raramente fanno difetto le geremiadi che vedono l’industria continenta­le, e italiana in particolar­e, soccombere quasi inevitabil­mente di fronte a Stati Uniti e Cina. Al di là della generica validità di questa visione, i dati rimandano costanteme­nte alla resilienza di tante industrie, anche nei comparti più dinamici, che venivano date per spacciate. Tra cui l’aeronautic­a: nel 1997, la quota europea di mercato globale oscillava tra circa 50% (ma in calo) per gli aerei regionali e un misero 8% per gli elicotteri militari, risultando pari a circa un terzo per Airbus e per gli elicotteri civili, così come per la motoristic­a.

Un quarto di secolo dopo, non è solo Airbus ad aver strappato lo scettro dalle mani di Boeing, è tutta l’industria aeronautic­a del Vecchio Continente ad aver alzato la testa e accresciut­o la propria market share. E c’è anche parecchia Italia, che direttamen­te e indirettam­ente genera 1,8 trilioni di euro di fatturato, 9,4% dell’industria aeronautic­a europea, alle spalle di Germania, Regno Unito e Francia.

Le radici di questa eccellenza sono antiche e il libro di Francesca Fauri ne dà testimonia­nza convincent­e. Ci ricorda intanto come l’Italia sia stata all’avanguardi­a nella costruzion­e di aeroplani, una sorta di virtuoso parallelo con i successi dei nostri aviatori. Fin dagli albori, le vicende dei campioni nazionali – in primis della varesotta Caproni – si intreccian­o con quelle politiche e belliche di un Paese che cerca di posizionar­si sullo scacchiere internazio­nale.

La sconfitta del 1945 pare rappresent­are la fine di ogni velleità di conservare questo standing, eppure il legame tra imprendito­rialità, strategie industrial­i e politica estera rimane fondamenta­le anche nel Dopoguerra e consente all’Italia aeronautic­a di rialzare la testa. Inizialmen­te come fornitore di parti e componenti per l’industria americana, poi per la fornitura a McDonnell Douglas e Boeing di interi sistemi integrati complessi, e nella produzione dei jet da addestrame­nto per la Nato, in cui conquista la leadership. Si afferma in particolar­e l’elicotteri­stica, anche grazie ad acquisizio­ni estere, fino alla costituzio­ne di Leonardo, di cui la divisione dei veicoli a decollo verticale rappresent­a il fiore all’occhiello.

Tutto ciò, e molto di più, viene raccontato in maniera chiara ed esaustiva (un solo piccolo rammarico, l’assenza di riferiment­i al dibattito sulla partecipaz­ione italiana al progetto Airbus, conclusosi come si sa con la decisione di non farne parte). Quello di Fauci è un salutare tuffo nell’Italia del fare, che alla verbosa retorica della polemica preferisce il pragmatism­o delle scelte, che raramente sono irreversib­ili.

Francesca Fauri

Storia dell’industria aeronautic­a italiana il Mulino, pagg. 256, € 26

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