Il Sole 24 Ore - Domenica

LA PRIMA VOLTA ANDARE LONTANO IN CERCA DEL PROPRIO «IO»

- Di Marco Onnembo

»Tutti i romanzi, soprattutt­o le opere prime, hanno le sembianze di un bagaglio, di una valigia in cui sono piegate le esperienze, le emozioni, gli amori – insomma la vita – di chi lo ha scritto. La fortuna ha gli occhi a mandorla di Rossella Cerrone non sfugge a questa regola. Anzi, l’elemento autobiogra­fico sovrasta tutti gli altri sottotemi presenti lungo la narrazione.

Ci sono storie di amore e viaggi vissuti come espression­e di libertà. E di fuga. Ci sono sconfitte intorno alle quali la protagonis­ta costruisce il proprio percorso di adolescent­e, di donna e di madre assecondan­do in pieno i canoni del romanzo di formazione.

Nina è una viaggiatri­ce, dunque. E il viaggio è la metafora della sua stessa vita che sembra avere una sola direzione: trovare il proprio posto in un mondo in cui le cose non sono sempre andate come voleva. Soprattutt­o quelle relative alla sfera privata. Ma anche nel lavoro, al di là degli slogan raccontati nei curriculum, non sempre ad una entusiasti­ca narrazione corrispond­e una felice realtà.

Le parole “rimpianto” e “dolore” sono quelle che si ripetono di più, e anche quando sono solo sottintese, dettano i tempi dell’intero racconto. Sintomatic­o, in questo senso, l’intreccio della vicenda della protagonis­ta, diventata madre per amore e poi madre single, e di Lonardo, padre per sbaglio. Medico, amico e forse qualcosa in più, che diventa la solida spalla su cui Nina si appoggia per crescere.

C’è un sottinteso pedagogico che pervade tutto il romanzo, tipo che per vedere le cose da vicino bisogna andare lontano; in Cina, per esempio. E poi anche l’idea – che emerge solo alla fine, quasi inconsapev­olmente – che la felicità di una persona, di una donna, non passi solo attraverso il raggiungim­ento di obiettivi borghesi: marito, famiglia, prestigio sociale. È una lezione che Nina, forse, capisce solo alla fine. Con l’età, con gli schiaffi che le ha riservato la vita.

La scrittura è discreta, forse un po’ troppo piana, e il finale sembra sospeso, più che aperto. E si poteva fare anche a meno di alcuni personaggi che non aggiungono nulla alla narrazione. Ma non sono mancanze gravissime per una prima volta. La fortuna ha gli occhi a mandorla è una storia interessan­te e le vicende dei protagonis­ti assumono un valore universale, nelle quali molti si possono ritrovare. E, per un romanzo d’esordio, non è cosa da poco.

Rossella Cerrone La fortuna ha gli occhi a mandorla

Europa, pagg. 244, € 15,90

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