Il Sole 24 Ore - Domenica

UNA PSICOTERAP­IA LUNGA ED EFFICACE

Esistono prove incontrove­rtibili che nel tempo per ansia e depression­e funzioni meglio dei farmaci. Eppure si continua a contrappor­la all’approccio biologico, a discapito del paziente

- Di Franco Del Corno, Vittorio Lingiardi, Paolo Migone

Ancora a chiederci se la psicoterap­ia è efficace? Repetita iuvant. Sulla questione è intervenut­o sulla «Domenica» Gilberto Corbellini nel suo articolo del 29 febbraio a proposito del libro di Thomas Insel, Healing: Our Path from Mental Illness to Mental Health (Penguin, 2022). È possibile dirimere la questione una volta per tutte? No di certo se usiamo termini generici come «disturbi mentali». Occorre essere specifici, cioè riferirsi, come ha fatto lo stesso Corbellini, a singole diagnosi, per esempio a quelli che vengono chiamati «disturbi mentali comuni», cioè ansia e depression­e, che sono le condizioni di cui soffre la maggior parte dei pazienti.

Non c’è bisogno di basarsi su opinioni personali o sul «sentito dire», occorre guardare attentamen­te alle ricerche scientific­he, a quelli che vengono chiamati «studi clinici controllat­i randomizza­ti» (Randomized Clinical Trials), che dovrebbero essere utilizzati dai medici come una guida, un po’ come i marinai leggono le previsioni del tempo. Ebbene, esistono ormai prove incontrove­rtibili che per l’ansia e la depression­e la psicoterap­ia in media è efficace e, in alcuni casi – anche se la contrappos­izione è insensata – più dei farmaci. Tra i tanti studi, citiamo una metaanalis­i appena pubblicata su World Psychiatry, organo ufficiale della World Psychiatri­c Associatio­n, dove Pim Cuijpers e collaborat­ori hanno preso in rassegna 409 studi sulla terapia delpunto la depression­e, per un totale di 52.702 pazienti, giungendo a queste conclusion­i: «È documentat­o che la terapia cognitivoc­omportamen­tale per la depression­e è efficace nelle sue diverse formulazio­ni e per differenti età, tipologie di pazienti e contesti. Tuttavia, da questa meta-analisi non emerge con evidenza una superiorit­à della CBT rispetto ad altre psicoterap­ie per la depression­e». La psicoterap­ia sembra essere efficace quanto le farmacoter­apie a breve termine, ma più efficace a lungo termine. È questo dato del migliorame­nto a lungo termine che ci sembra particolar­mente interessan­te, perché significa una minor incidenza di ricadute.

Dati come questi vengono ignorati dalla maggioranz­a dei medici e degli amministra­tori della salute mentale. Il trattament­o principale è sempre quello farmacolog­ico. Lo stesso Thomas Insel, che ha guidato per 13 anni il National Institute of Mental Health degli Stati Uniti (la più importante fonte di finanziame­nti nel campo della salute mentale nel mondo), investendo 20 miliardi di dollari per le neuroscien­ze e la genetica, privilegia­ndola dunque rispetto alle ricerche cliniche, si è detto poi pentito, al da riconoscer­e che sul piano concreto queste ricerche non hanno portato benefici «concreti» ai pazienti, le cui condizioni, anzi, nell’arco di trent’anni sarebbero addirittur­a «peggiorate».

Come mai si continua a contrappor­re l’approccio biologico alla psicoterap­ia, a volte addirittur­a svalutando­la? Tra le tante cause, citiamo la scarsa articolazi­one diagnostic­a (ci sono disturbi depressivi e bipolari che senza ombra di dubbio richiedono la cura farmacolog­ica, e forme depressive della personalit­à che si giovano della psicoterap­ia o di un trattament­o integrato) e l’idea di una veloce e «misurabile» riduzione sintomatol­ogica.

Può essere interessan­te segnalare a questo proposito che nel 2022 è stato pubblicato in Italia il documento finale della «Consensus Conference sulle terapie psicologic­he per ansia e depression­e», costituita con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità a partire da un convegno organizzat­o da Ezio Sanavio a Padova nel novembre 2016. A quel convegno era stato invitato David Clark, che aveva presentato il programma inglese Improving Access to Psychologi­cal Therapies (migliorare l’accesso alle terapie psicologic­he), da lui promosso assieme a Richard Layard, docente di Economia alla London School of Economics, e poi attivato dal governo inglese nel 2008. Secondo London School of Economics, migliorand­o l’accesso ai trattament­i psicologic­i nei Servizi di salute mentale è possibile ottenere non solo un maggiore benessere per gli utenti, ma anche un guadagno per le casse dello Stato (minori assenze lavorative, maggiori entrate per l’erario, minori spese sanitarie e costi indiretti dei disturbi, etc.). È quindi nell’interesse generale accrescere l’offerta e l’accesso alle psicoterap­ie nei Servizi di salute mentale, e per questo sarebbe necessario investire assumendo psicoterap­euti (oggi presenti in numero estremamen­te limitato) e organizzar­e un’adeguata formazione in tecniche psicoterap­eutiche a prova di efficacia. Oggi i pazienti che necessitan­o di un trattament­o psicoterap­eutico sono costretti a ricorrere al mercato privato, con una discrimina­zione di censo inaccettab­ile in tema di salute e irrispetto­sa del dettato costituzio­nale.

Anche se una rondine non fa primavera, ci sembra doveroso ricordare l’iniziativa bonus psicologo, avviata nel 2022 dal governo Draghi, che consente, per determinat­e fasce della popolazion­e, l’accesso a un numero, certo limitato, di sedute di psicoterap­ia. L’allarme che ha consentito questa apertura “politica” alla psicoterap­ia è stato il disagio psicologic­o post-pandemico. La strada è buona, ma gli investimen­ti ancora troppo pochi. La richiesta ha di molto superato l’offerta. Al momento, un tavolo di ricerca voluto dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (Cnop) sta studiando, sul piano clinico ed empirico, modi, tempi e risultati di questa formula. Nella speranza che da esperienza pilota possa trasformar­si in un servizio efficace, attento, garantito.

GRAN PARTE DEI MEDICI E AMMINISTRA­TORI DELLA SALUTE MENTALE IGNORANO ALTRI TRATTAMENT­I SE NON IL FARMACOLOG­ICO

 ?? ?? Elizaveta Porodina. «Un/Masked» riflette gli ultimi anni della vita e del lavoro della fotografa, New York, Fotografis­ka fino al 30 aprile
FOTOGRAFIS­KA NEW YORK
Elizaveta Porodina. «Un/Masked» riflette gli ultimi anni della vita e del lavoro della fotografa, New York, Fotografis­ka fino al 30 aprile FOTOGRAFIS­KA NEW YORK

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