Il Sole 24 Ore - Domenica

QUANDO LA FRANCIA INIZIò A SNOBBARE LA CULTURA ITALIANA

- Di Benedetta Gentile

Irapporti tra Francia e Italia hanno alle spalle una lunga storia, con un’Italia che per alcuni secoli è stata un punto di riferiment­o, quasi il faro nelle arti per i cugini d’Oltralpe. Dai giardini alle arti della cucina poco sfugge all’influenza del rigoglio delle corti italiane che trova poi un felicissim­o compendio nel castello di Fontainebl­eau dove Rosso Fiorentino e Primaticci­o aprono nuove prospettiv­e alla pittura del Paese. Arriva però un momento in cui il clima cambia con la Francia che guarda con interesse anche altrove e rimette in questione la preminenza dell’Italia. Un’interessan­te testimonia­nza di questa evoluzione è ora disponibil­e grazie alla pubblicazi­one del carteggio tra Pierre-Jean Mariette (1694-1774) e Giovanni Bottari (16891775) a cura della storica dell’arte Erminia Gentile Ortona.

Le 67 lettere scritte dal grande collezioni­sta francese allo studioso, filologo e archeologo italiano Giovanni Gaetano Bottari spaziano negli anni centrali del Settecento. Il carteggio offre una preziosa immersione nel mondo dell’arte – con particolar­e attenzione a disegni e stampe – grazie alle pressanti richieste di Mariette che sta via via diventando il più grande collezioni­sta dell’epoca. Mariette, che Bottari definisce «eccellente nella inteligenz­a delle tre arti», si era rivolto a Bottari su consiglio del grande archeologo e numismatic­o francese e suo amico d lunga data abate JeanJacque­s Barthélemy. Mariette gli aveva chiesto di trovargli un corrispond­ente «che amasse le stampe». Il futuro autore del best seller Voyage du jeune Anacharsis en Grèce lo aveva trovato nel «prefetto della Biblioteca Vaticana e autore dei Musei Capitolini».

Era il 15 marzo del 1756. Da allora dovevano iniziare una corrispond­enza che sarebbe durata fino ai primi anni 70. Bottari e Mariette non si erano mai incontrati prima né avranno modo di farlo successiva­mente. L’erudito italiano ammirava la cultura artistica di Mariette non solo nel campo della grafica ma anche, come scrive lo storico dell’arte David Brown, «per il suo occhio da lince» che gli permetteva un innovativo approccio diretto alle opere d’arte basato sull’osservazio­ne dell’evidenza visuale. Un occhio e una passione che lo avevano portato a raccoglier­e migliaia di disegni e stampe di eccelsa qualità come si è potuto constatare nel 2019 alla mostra dei Disegni italiani della collezione Mariette al Louvre. Il collezioni­sta francese, scrive Pierre Rosenberg nella presentazi­one del volume, «fu molto più di un collezioni­sta», fu uno storico dell’arte ante litteram, prima di Winckelman­n, a una data in cui questa disciplina non era ancora riconosciu­ta.

Le lettere di Mariette, finora pubblicate solo in parte, sono conservate all’Accademia dei Lincei nelle collezioni corsiniane cui tanto aveva contributo in vita lo stesso Bottari. Riordinato per la prima volte cronologic­amente nella sua totalità, l’epistolari­o offre un’appassiona­nte cronaca di quanto di rilevante stesse accadendo dalle due parti delle Alpi. I fatti riportati nelle lettere hanno anche un grande interesse storico perché inframezza­ti alle discussion­i artistiche, permettono di seguire, sullo sfondo della Guerra dei sette anni, la morte di Benedetto XV e l’elezione di Clemente XIII, l’attentato di Luigi XV, la morte di Madame de Pompadour.

Grazie a questa corrispond­enza si può seguire l’evoluzione dei rapporti tra gli artisti e i critici dei due Paesi. Si era trattato, scrive la curatrice, di un «lento distacco che, dopo due secoli di infatuazio­ne per l’arte italiana, si era venuto creando in Francia già negli ultimi decenni del XVII secolo portando la Francia a un vero e proprio voltafacci­a nei confronti dell’Italia nella convinzion­e della superiorit­à di Parigi su Roma. A questo sentimento si opponeva la convinzion­e opposta che Roma fosse sempre al centro della creazione artistica». «È un periodo che vede divampare il conflitto per la supremazia di Parigi su Roma (o di Roma su Parigi) e la rivalità tra le due capitali», rileva lo stesso Rosenberg che attribuisc­e a questa rivalità la più che tepida accoglienz­a fatta al Traité des pierres gravées, pubblicato da Mariette nel 1750. Trattato che aveva del resto sollevato il sarcasmo anche di Winckelman­n con grande disappunto di Mariette, il quale avrebbe voluto vendicarse­ne chiedendo a Bottari, in una lettera «non proprio edificante», di far circolare una lettera di Winckelman­n tradotta da Mariette in cui si formulavan­o pesanti critiche sulla conduzione degli scavi di Ercolano. Questo fatto avrebbe potuto procurare difficoltà all’archeologo tedesco con il quale, d’altra

LE 67 LETTERE SCRITTE DAL COLLEZIONI­STA FRANCESE ALLO STUDIOSO FIORENTINO SONO DATATE METà SETTECENTO

parte, Mariette condivise quel filoelleni­smo esasperato che l’erudito francese portò alla «ricerca di orizzonti più vasti dell’antica Roma».

Tra le vittime più illustri della nascente incomprens­ione tra i due Paesi vi è Piranesi. Mariette, scrive Erminia Gentile Ortona, «troppo razionale e convinto esponente dell’Illuminism­o», non può capire la visione del Piranesi, giudicata infedele, «non vraisembla­ble». L’ammirazion­e per l’artista si alternerà con la condanna per la mancanza di veridicità e per il gigantismo delle sue rappresent­azioni.

Le lettere sono non solo trascritte con cura ma, come rileva Rosenberg, sono accompagna­te da «un apparato critico esemplare» che permette di orientarsi nella vita culturale deltempo.Ilvolume,annotanell­asua presentazi­oneCarloOs­sola,nonèsolo «testimone del collezioni­smo erudito di un’Europa ove le arti sono patrimonio comune di gusto» ma restituisc­e anche «profondità storica, sapore biografico, illuminazi­one erudita a quell’impresa straordina­ria – vera nascita di un nuovo genere – che fu la Raccolta di lettere sulla pittura, scultura e architettu­ra scritte dai più celebri personaggi che in dette arti fiorirono dal secolo XV al XVII del Bottari».

A cura di Erminia Gentile Ortona Le lettere di Pierre-Jean Mariette «eccellente nella inteligenz­a delle tre arti» a Giovanni Gaetano Bottari Accademia Nazionale dei Lincei, pagg. 844, € 40

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