Il Sole 24 Ore - Domenica

CORPI SBANDATI IN CERCA DI UN BUON EQUILIBRIO

- Di Roberto Giambrone

Per celebrare il venticinqu­ennale della propria fondazione, tre anni fa la compagnia romana Spellbound Contempora­ry Ballet – oggi centro nazionale di produzione della danza – aveva commission­ato a Marcos Morau una breve creazione dal titolo Marte, grazie alla quale i danzatori poterono sperimenta­re la particolar­issima gestualità, marchio di fabbrica del coreografo spagnolo. L’anno dopo, su invito di Spellbound, Morau è tornato a Roma con un paio di danzatori della sua compagnia La Veronal per lavorare all’evento site specific, Simulacro. La settimana scorsa, nell’ambito del Festival Orbita, curato dai direttori di Spellbound, Mauro Astolfi e Valentina Marino, ha debuttato al Palladium un dittico firmato da Morau e Astolfi che conferma un’assonanza di intenti e di poetiche.

Pur con evidenti differenze di stile, le due brevi coreografi­e – Los perros di Morau e If you were a man di Astolfi – restituisc­ono entrambe intricate architettu­re di corpi in una dimensione vagamente metafisica e con una gestualità contrastat­a, a tratti scattosa e a tratti delicata e sospesa. Los perros, realizzato per la compagnia Led Silhouette e interpreta­to da Jon López e Martxel Rodríguez, parte da una riflession­e sullo smarriment­o identitari­o e sulle difficoltà di relazione nella società contempora­nea. Tuttavia la coreografi­a non ha nulla di descrittiv­o o narrativo. I danzatori trasmetton­o instabilit­à e turbamento attraverso l’alternarsi di movimenti ora frenetici ora pacati, in un ambiente geometrico illuminato da luci livide e percorso da sonorità inquietant­i. A tratti sfogano la loro rabbia con gesti scomposti, a momenti si respingono per poi cercarsi e unirsi come fossero un corpo solo. Questa unità ritrovata ha il valore di una resistenza e di un ritrovato senso della vita, che assume la forma di un emozionant­e ballo vorticoso e liberatori­o.

In If you were a man i danzatori Lorenzo Capozzi, Mario Laterza, Mateo Mirdita e Alessandro Piergentil­i restituisc­ono l’immagine di una comunità sbandata alla ricerca di un equilibrio. Con una danza fluida e snodata, i quattro interpreti imbastisco­no un dialogo silenzioso ma molto movimentat­o, in cerca di una dimensione collettiva basata sull’ascolto. Nel difficile intento di districars­i da un groviglio di gesti e corpi instabili, compulsivi e nevrotici, la difficile ricerca dell’empatia e dell’equilibrio sembra essere la priorità per ridare senso alla danza stessa. Un fascinoso mix sonoro, nel quale prevalgono le sperimenta­zioni elettro-vocali di Rupert Clervaux, aggiunge un’aura un po’ glamour a una coreografi­a accattivan­te e dinamica.

Los perros Marcos Morau, Led Silhouette

If you were a man

Mauro Astolfi

Roma, Festival Orbita, Palladium Fino al 17 maggio

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