RIFLESSI NEL GRANDE SCHERMO IL CORAGGIO DI RICEVERE IL PERDONO
»Sull’orlo di un terrazzo, un uomo si sporge verso la strada. Sotto, tra la gente di un quartiere di Sarajevo, passa una donna. Sapremo poi che lui si chiama Zoran (Adnan Omerovic) e lei Asja (Jelena Kordic Kuret). La macchina da presa segue la donna fin dentro una grande sala piena di tavoli, con altri uomini e altre donne seduti a coppie. Non si conoscono tra loro. Sono in attesa di un gioco collettivo, e molti cercano una occasione erotica. Una di fronte all’altro, ci sono anche Asja e Zoran, più che quarantenni. Nel corso del gioco Asja scopre che Zoran non è lì per caso: è il cecchino che le ha sparato trent’anni prima, durante l’assedio della città. Qualcosa del genere è accaduto alla bosniaca Elma Tataragić, che con la regista macedone Teona Strugar Mitevska ha scritto la sceneggiatura di L’appuntamento (Najsrekjniot chovek na svetot, BosniaHerzegovina, Macedonia, Slovenia, Croazia, Danimarca, Belgio, 2022, 95’).
Che cosa vuole il carnefice? Il perdono della vittima? O cerca un alibi che gli consenta di perdonare se stesso? E la vittima che cosa immagina voglia il carnefice? Una impossibile giustificazione del colpo di fucile che le ha segnato il corpo e l’anima? Molte domande nascono dallo scontro fra Asja e Zoran. E forse non di uno scontro si tratta, ma di un incontro, di un doloroso riconoscimento reciproco. Più di una volta è difficile distinguere questo da quello, l’incontro dallo scontro. In due momenti, uno d’ira e l’altro forse di riappacificazione, l’occhio della regia “sta addosso” ai loro corpi, abbracciati e confusi quasi fossero lo stesso corpo. Intanto la colonna sonora si riempie del battito amplificato dei loro cuori, quasi fossero lo stesso cuore.
Non è una banale apologia del perdono, L’appuntamento. Strugar Mitevska e Tataragić non mettono in scena un acquietamento programmatico delle paure e dei fanatismi che portano città e nazioni all’odio e alla morte. Il loro film è il racconto partecipato e sofferto di come il passato pesi sul presente, e di come il presente possa alleggerirsene. A patto che se ne abbia il coraggio, come Asja e Zoran.