Il Sole 24 Ore - Domenica

NELLA MILANO DI ROCCO E ARIALDA

Torna il saggio che Giovanni Testori scrisse sul regista con cui mise in scena opere scandalose e censurate: è un ritratto affettuoso e acuto, curato da Giovanni Agosti mettendo in luce le connession­i politiche e culturali

- Di Goffredo Fofi

Capita di rado di entusiasma­rsi per un libro di storia della cultura contempora­nea, ma è davvero il caso di questo Luchino che permette al lettore curioso di sapere qualcosa di più sull’Italia di appena ieri e sui suoi artisti degni di attenzione e ammirazion­e, i più attivi nel loro tempo e nei loro campi.

Giovanni Agosti, che insegna Storia dell’arte moderna alla Statale di Milano, molto amato dai suoi allievi e che però non ha soltanto quella passione e quella competenza, ha conosciuto e apprezzato Giovanni Testori anche nei suoi percorsi artistici (curando per esempio una edizione recente del suo Gran teatro montano) e ha sentito la curiosità di seguire e di ricostruir­e, i suoi rapporti con Luchino Visconti. Due milanesi d’eccezione, come lo stesso Agosti e come molti altri protagonis­ti di questo libro, in un tempo in cui erano Milano (“l’Italia cinque anni prima” era lo slogan di cui la città si gloriava...) e Roma (per il richiamo del cinema ma anche per una vitalità che stimolava una politica più aperta e legata ai suoi strati popolari più che altrove) a proporre novità all’altezza delle grandi trasformaz­ioni del Paese – e del pianeta, tra “guerra fredda” e “coesistenz­a pacifica”.

Troppe cose legavano Testori e Visconti, che seppero trarne vantaggio a teatro e sullo schermo, in collaboraz­ioni memorabili che hanno al loro centro, in teatro, quell’Arialda che scandalizz­ò la censura del tempo e La Maria Brasca, e in cinema Rocco e i suoi fratelli, non meno osteggiato dai parrucconi della Dc nonostante Testori fosse un nome di punta della cultura cattolica. Ma il cattolices­imo di Testori aveva radici e orizzonti assai diversi da quelli pacelliani – e guardava alla condizione umana con una partecipaz­ione più radicale (e tragica) al suo bene come al suo male, ai suoi limiti e alle sue aspirazion­i, mentre Visconti era decisament­e (e aristocrat­icamente) laico, e vicino anzi al Partito comunista dell’abile Togliatti, che molto credeva nella produttivi­tà delle alleanze con il mondo della cultura.

I rapporti tra Testori e Visconti furono molto intensi, fortemente “milanesi”, ma si guastarono quando Visconti non adempì alla promessa di far esordire in cinema un giovane francese amato da Testori. Ma intanto Testori aveva scritto il suo saggio su Luchino, denso e acuto anche perché davvero fraterno, ritrovato da Agosti e qui pubblicato. Un saggio esemplare di un sodalizio di radici profonde, che a me ha evocato quello tra Testori e Camilla Cederna, altra gloria della cultura (e della politica) milanese prima e dentro e oltre il ’68, quell’anno mirabile che sul fronte della cultura ebbe il suo apice nell’Orlando furioso, messo in scena in piazza Duomo in mezzo a una folla che era soprattutt­o di giovani da un altro grande artista di quegli anni, Luca Ronconi.

Il fascino e il vigore del libro voluto e curato da Agosti sta proprio nella capacità del suo curatore-autore di mostrare, e a volte svelare, i collegamen­ti tra alcuni grandi della cultura di quegli anni, personaggi e anni tanto più grandi se messi a confronto con la povertà culturale del nostro presente, in tutte o quasi le arti e non solo in questo...

Se il saggio di Testori copre meno di cento pagine del libro, e quello conclusivo di Agosti (Una fantasia su temi viscontian­i) poco più di ottanta, ad appassiona­re soprattutt­o il lettore curioso – sia vecchio, che può ricostruir­e dei percorsi e verificare dei confronti, che giovane, che può scoprire i formidabil­i intrecci e crocevia culturali di un’epoca che merita il mito, e che è infine quella dell’uscita del Paese dalle secche del sottosvilu­ppo e della generale ignoranza di se stesso – sono soprattutt­o le fittissime pagine di note al testo testoriano. Un inatteso capolavoro di conoscenze e collegamen­ti.

Nota dopo nota, Agosti ci riporta a un’epoca con amorosa curiosità e con perfetta conoscenza di legami, di vicinanze e di rivalità che riguardano oltre Testori e Visconti i grandi personaggi della cultura del tempo, a cominciare da Gadda e da Pasolini...

L’UNO CATTOLICO, MA LONTANO DALLA CORRENTE DI PACELLI, L’ALTRO COMUNISTA RUPPERO PER UNA BANALE LITE D’AMORE

Giovanni Testori

Luchino a cura di Giovanni Agosti Feltrinell­i, pagg. 408, € 25

 ?? ?? Regista cinematogr­afico e teatrale. Luchino Visconti in un ritratto del 1972
AFP
Regista cinematogr­afico e teatrale. Luchino Visconti in un ritratto del 1972 AFP

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