Il Sole 24 Ore - Domenica

LA PARTE FEMMINILE DELLA ’NDRANGHETA

Premiata alla Berlinale, la serie racconta la storia vera di Lea Garofalo, collaborat­rice di giustizia, morta per mano del marito, e la centralità della donna nella mafia calabrese. Peccato per il moralismo e certa superficia­lità

- Di Gianluigi Rossini

Dopo aver vinto il primo Berlinale series award a febbraio scorso, The good mothers è arrivata su Disney+ con tutti e sei gli episodi. La serie è tratta dal libro omonimo di Alex Perry, un best seller che, incredibil­mente, nel nostro Paese ha avuto un adattament­o audiovisiv­o ma non ancora una traduzione.

La storia è basata su fatti reali: Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), moglie dello ’ndrangheti­sta Carlo Cosco (Francesco Colella), è stata una testimone di giustizia che lo Stato non ha mai preso abbastanza sul serio, sfinita da una vita insostenib­ile dentro e fuori dal programma di protezione, con la minaccia costante di essere uccisa dai propri familiari. Era inevitabil­mente coinvoltai­nquest’incuboanch­elafiglia minorenne Denise (Gaia Girace), e probabilme­nte fu per lei che Garofalo decise infine di riallaccia­re i rapporti con il marito, per essere uccisa poco dopo. L’unicaacapi­refinoinfo­ndol’accaduto è la PM Anna Colace (Barbara Chichiarel­li), che intuisce una cosa fondamenta­le: le donne della ’ndrangheta sono tanto centrali per l’organizzaz­ione quanto private di ogni libertà, schiacciat­e da un sistema patriarcal­e orribilmen­te oppressivo. Con un po’ di persuasion­e sarebbe possibile portarle dalla parte della giustizia.

Colace funziona allo stesso tempo da narratrice e da sostituto schermico per il pubblico: perché queste donne parlino, ci spiega, è necessario capirle a fondo, rendersi conto di quanto sia difficile per loro staccarsi dal sistema di potere in cui sono cresciute, nonostante tutte le vessazioni subìte. Così Giuseppina Pesce (Valentina Bellè), una donna intelligen­te e brutalizza­ta dai maschi della famiglia, ha bisogno di fare un complesso percorso prima di potersi fidare di una giustizia che non ha mai conosciuto. Denise, al contrario, compie un viaggio a ritroso da una Milano moderna alle profondità della Calabria più arretrata.

The good mothers è quel tipo di miniserie che ci aspetterem­mo dalla Rai, una fiction ben fatta, piuttosto tradiziona­le e attenta alla morale complessiv­a, con personaggi un po’ troppo monodimens­ionali e poca suspense. La parte più interessan­te forse è quella visiva, gli scorci dei paesi calabresi privati di ogni romanticis­mo, fatti di case abbandonat­e, muri senza intonaco e abusi edilizi.

The good mothers

Stephen Butchard,

Julian Jarrold, Elisa Amoruso DISNEY+

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Drama. Da sinistra, Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti) e Denise (Gaia Girace)

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