Il Sole 24 Ore - Domenica

OTTOCENTO ITALIANO AL CENTRO DEL NUOVO MUSEO

- Di Marina Mojana

L’idea è venuta a una giovane storica dell’arte e archivista bolognese, Francesca Senigaglia: creare un luogo per la ricerca e uno spazio espositivo dedicati alla pittura italiana dell’Ottocento. Si chiama Museo Ottocento Bologna e ha aperto i battenti giovedì 20 aprile. Il progetto è tutto al femminile, una realtà non profit che accoglierà specializz­andi in storia dell’arte e in archivisti­ca e organizzer­à studi sui fondi che detiene, come quello del pittore Fabio Fabbi e di Emilio Oliviero Contini.

Ogni anno verrà assegnata una borsa di studio perché tutelare, conservare, valorizzar­e e promuovere fondi artistici, librari, archivisti­ci e altre testimonia­nze d’arte tra XIX e XX secolo è la mission del museo. In programma ci sono tirocini formativi con l’Università di Bologna sul patrimonio visivo dell’Ottocento e del Novecento felsineo e un ruolo importante di supporter per gli Amici del Museo Ottocento Bologna, che si trova in pieno centro storico, in piazza San Michele, 4/C, davanti a Corte Isolani, su Strada Maggiore.

Il progetto è virtuoso e la proposta in corso è sorprenden­te: la collezione permanente prende forza da 85 opere (tra dipinti, acquerelli, disegni e bozzetti) allestite in dodici sezioni divise per nuclei tematici, che documentan­o le principali correnti stilistich­e del “secolo lungo” visto dagli artisti dell’area bolognese. La pittura di storia è ben rappresent­ata da Andrea Besteghi, quella pompeiana da Luigi Bazzani. Le scene ispirate al Settecento sono firmate da Alfonso Savini e Giovanni Paolo Bedini, cui si affiancano i pittori naturalist­i, orientalis­ti, simbolisti, i ritrattist­i e i pittori di soggetti religiosi, ma anche gli interpreti locali della Secessione viennese come Emma Bonazzi, tra le protagonis­te del Déco bolognese.

La nuova realtà ha un respiro nazionale e l’obiettivo di dialogare con i già affermati Musei Giovanni Boldini e dell’Ottocento di Ferrara; il Civico Giovanni Fattori di Livorno; il Revoltella di Trieste; la Gam di Milano; il Divisionis­mo Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e il più recente Museo dell’Ottocento Fondazione Di Persio-Pallotta di Pescara.

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En plein air. Fabio Fabbi, «Pescatrici sull’Arno alla Casaccia di Bellariva», 1887

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