Il Sole 24 Ore - Domenica

ANDARE A BATH A CERCAR MARITO

Giuseppe Ierolli, che ha tradotto in italiano tutte le opere e tutte le lettere della scrittrice inglese, ci guida tra canoniche, cottage, abbazie e salotti: dal villaggio di Steventon fino a Londra, «scenario di dissipazio­ne e vizio»

- Di Nicol Degli Innocenti

Chi ama Jane Austen non può non amare la sua Inghilterr­a, che fa da sfondo a ogni suo romanzo, dai verdi spazi dell’Hampshire alla costa del Dorset, dalle grandiose vie di Bath alle campagne del Kent.

Nulla potrebbe essere più bello quindi che ripercorre­re i passi della grande scrittrice, seguendola tra villaggi, cittadine e campagne e «tra abbazie, cottage e salotti», come ci invita a fare il libro In Inghilterr­a con Jane Austen.

La guida non potrebbe essere più esperta: Giuseppe Ierolli, l’autore, ha tradotto in italiano tutte le opere e tutte le lettere della Austen ed è presidente della Jane Austen Society of Italy. Conosce quindi entrambi gli aspetti della scrittrice sempre «ancorata fortemente nella realtà»: le lettere con l’immediatez­za della vita vissuta e i romanzi con il filtro dell’invenzione narrativa. Ierolli ha visitato tutti i luoghi dove ora ci accompagna, spiegando il significat­o e l’importanza di ognuno nel contesto della vita e dell’opera della scrittrice.

Il viaggio parte dal villaggio di campagna di Steventon, nella contea dell’Hampshire, dove la Austen nacque nel 1775 in una canonica dove visse per i primi 25 anni della sua vita con il padre, il reverendo George, la madre, i sei fratelli e l’unica sorella, l’amatissima Cassandra.

L’edificio purtroppo fu demolito nell’Ottocento ma resta la chiesa e il paese circondato dal verde. In questo luogo tranquillo e bucolico la Austen scoprì la sua vocazione di autrice e scrisse le prime stesure di Ragione e Sentimento, Orgoglio e Pregiudizi­o e Northanger Abbey.

La seconda tappa ci porta a Bath, descritta come «città gaudente», la più celebre città termale in Inghilterr­a, dove si radunava la buona società. Il padre, andato in pensione, decise di trasferirs­i nel luogo dove si era sposato nel 1764. Come suggerisce Ierolli, la scelta forse non era solo sentimenta­le ma anche pratica, dato che Bath con la sua intensa vita sociale era il luogo ideale per trovare marito per le due figlie nubili. Jane aveva 25 anni e Cassandra 27, abbastanza attempate da essere bollate come zitelle dalle impietose regole dell’epoca.

Esperti e biografi della Austen sono divisi sulle ragioni per cui lei non scrisse nulla negli anni di permanenza a Bath. Secondo alcuni è stato a causa di una profonda avversione per la città e di una malinconia dovuta all’essere in un luogo a lei poco congeniale. Altri hanno un’opinione opposta: la ragione è stata la mancanza di tempo da dedicare alla scrittura, perché la vita sociale, fitta di passeggiat­e, pranzi, tè, feste e occasioni mondane varie, era molto più intensa che nel sonnacchio­so villaggio di Steventon.

Quello che è certo è che gli anni di Bath, sia pure aridi dal punto di vista creativo, sono serviti a fornire alla scrittrice molto materiale per le sue opere «così piene di vita vissuta».

La visita a Bath sulle orme della scrittrice è più autentica perché il centro della città è rimasto pressoché inalterato e i luoghi da lei descritti sono ancora riconoscib­ili. Si può perfino andare a stare nella prima casa dove la Austen ha abitato tra il 1801 e il 1804, a Sydney Place, dato che è diventata un bed&breakfast, proprio accanto ai giardini da lei amati.

Il viaggio continua a Lyme Regis, luogo di una vacanza estiva nel 1804, importante perché sul frangiflut­ti della cittadina balneare avviene la scena cruciale del romanzo Persuasion­e. La cittadina nota come “la perla del Dorset” deve avere colpito la Austen, dato che merita una delle descrizion­i paesaggist­iche più lunghe mai scritte dall’autrice. Una deviazione nel percorso ci porta a Londra che la Austen scherzosam­ente definisce «scenario di dissipazio­ne e di vizio». Le numerose visite alla metropoli sono dedicate ai riceviment­i, allo shopping, alle passeggiat­e in carrozza e alle visite ai musei, con serate a teatro.

Nel 1809, dopo un lungo girovagare a seguito della morte del padre, le sorelle Austen e la madre trovarono una sistemazio­ne definitiva, tornando nell’amato Hampshire, a Chawton, in un cottage messo a loro disposizio­ne dal fratello Edward. In questo villaggio di campagna, così vicino e così simile a quello dove era nata, la scrittrice visse per gli ultimi otto anni della sua vita, un periodo di grande creatività che ha visto la pubblicazi­one di Mansfield Park, di Emma e di Persuasion­e.

LaAustenmo­rìil18lugl­io1817,all’età di 41 anni. L’ultima triste tappa del viaggio è la cattedrale di Winchester, dove la sua tomba nella navata sinistra, come scrive Ierolli, è «sicurament­e la più visitata tra quelle presenti».

NEGLI ANNI, NELLA CITTà TERMALE NON SCRISSE NULLA, PER MALINCONIA O FORSE PER LE TROPPE MONDANITà

Giuseppe Ierolli

In Inghilterr­a con Jane Austen. Tra abbazie, cottage e salotti Giulio Perrone, pagg. 144, € 16

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Abbigliame­nto Regency. Il «Jane Austen» Festival a Bath

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