ATP, WTA, OPEN
MEPHISTO WALTZ
»Vita assai complessa, finì sotto un tram senza essere riconosciuto.
Ma rieccoci al grande tennis: la vittoria del ventenne Carlos Alcaraz, re delle smorzate – una decina imprendibili nella partita – ha dimostrato che il ragazzo di Murcia ha la stoffa per succedere al grande Nadal. In un’ora e 18 minuti ha steso Stefanos Tsitsipas, il gigante greco, uno stangone di 1,93 metri, conquistando tre tornei su cinque. L’abbraccio sincero e caloroso al termine degli scontri tra i due giovani campioni ha commosso il pubblico. Nessun rancore nella nuova generazione, tra Holger Rune, ventenne danese, e Jannik Sinner, ventun anni, l’altoatesino dai nervi d’acciaio, già sorprendente campione di sci da ragazzino. Tutti e tre veri incubi per il sempreverde numero uno, il diabolico Novak Djokovic (36 anni): l’ultimo dei moicani dopo l’uscita gloriosa di Federer (41 anni), il padreterno, parola di Mephisto. Ma la vera sorpresa è un’altra: al momento della premiazione, davanti alle autorità schierate, in luogo di cannoni spara-coriandoli, fuochi d’artificio e bum bum bum a palla, obbligatori ormai in qualsiasi momento di vittoria sportiva, ecco apparire a centrocampo cinque giovani musicisti nero vestiti, un quintetto d’archi (due violini, una viola, un violoncello e un contrabbasso) schierato in piedi per accompagnare un superbo giovane tenore che intona Nessun dorma (Giacomo Puccini, Turandot), romanza indimenticabile nell’interpretazione di Pavarotti (1935-2007) in cui dava il meglio di sé: voce, intelligenza interpretativa, dizione impareggiabile per chiarezza, incredibile che non sapesse “leggere” una nota in partitura. Impazzamento e commozione del pubblico dello sport, preso da questa inattesa magia: al finale «Vincerò» i presenti balzano in piedi e si sbracciano in un boato di «bravi! bravi!».
Come non augurarsi che questo meticciato tra sport e musica alta possa avere un seguito, esteso e ideale, a ogni conclusione dei grandi avvenimenti sportivi? Certo, un sogno, un auspicio, una speranza. Chissà che arrivi al padreterno che tutto puote, seppur per mano del diavolo.