PAPA INNOCENZO III E I SUOI ANNI SVELATI DA UNA LUNETTA
«Sono stato alla Mentorella, trattato bene al solito dal P. Guarini e sopra l’altare maggiore ho osservato un non so che d’ornamento di bronzo d’orato». Così, un non meglio identificato Alessio descriveva, aggiungendo un piccolo disegno, in una lettera del 3 febbraio 1733 indirizzata al gesuita Antonio Maria Lupi, l’opera che sarà al centro di una mostra focus Bronzo & oro. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro nella Sala Zanardelli del Vittoriano a partire dal 1° giugno.
L’opera, fino alla metà del secolo scorso, si trovava nel santuario di Santa Maria in Vulturella, meglio conosciuto come la Mentorella, una località a circa 50 chilometri a est di Roma e ora è conservata nel VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia. È uno dei più interessanti ed enigmatici prodotti dell’oreficeria medievale; databile al primo decennio del Duecento, fu eseguita da orafi di area centroeuropea operanti a Roma.
Viene chiamata Lunetta della Nicchia dei Palli dalla seconda metà del Novecento, quando una studiosa francese, Marie-Madeleine Gauthier, ne ipotizzò la provenienza dal piccolo ambiente della Confessione della basilica di San Pietro in Vaticano, denominato appunto Nicchia dei Palli. Qui, sopra la tomba di san Pietro, il primo papa, venivano – e vengono tuttora – conservati i palli, ovvero le fasce di lana bianca che prendono il nome dal pallium della Roma classica; sono i paramenti liturgici consegnati dai pontefici ai metropoliti, quale simbolo della loro potestà gerarchica sulla diocesi.
La Lunetta è eseguita in bronzo dorato, inciso e smaltato, con elementi a fusione. È decorata sulle due facce; sul recto sono raffigurati i dodici apostoli nell’arco della lunetta e dodici profeti nella corda dell’arco: i profeti sono identificati da iscrizioni. Il centro è occupato da Cristo raffigurato come Agnello di Dio e Porta della salvezza, circondato dai simboli dei quattro evangelisti. Al di sopra, entro un clipeo, si trova l’Etimasia, ossia il trono vuoto su cui è appoggiata la mitra, il copricapo dei vescovi.
Il verso della Lunetta mostra un’assemblea di ventidue vescovi entro arcate su colonne. In corrispondenza del disco centrale è collocata la figura di un pontefice con mitra e pallio, le chiavi di Pietro, le Sacre Scritture e lo Spirito
Santo sotto forma di colomba che lo ispira. Essa è verosimilmente identificabile con Innocenzo III, uno dei papi più importanti del Medioevo, che regnò dal 1198 al 1216 e promosse il rinnovamento complessivo della zona absidale della basilica di San Pietro. Fu anche, dunque, il probabile committente dell’opera.
La raffigurazione di Cristo come Agnello che porta la Croce circondato dai simboli degli evangelisti, il trono vuoto su cui è posta la mitra episcopale e l’iscrizione «Io sono l’ingresso dell’ovile delle pecore» sono simboli della potestà episcopale. Altrettanto evidente è il significato del lato posteriore: al centro, domina la figura del papa con i simboli dell’autorità vescovile, la mitra sul capo e il pallio.
Il significato complessivo dell’iconografia della Lunetta si articola, dunque, intorno all’affermazione dell’autorità del papa-vescovo di Roma, tema centrale della dottrina sistematicamente affermata da Innocenzo III. La mostra, infatti, intende fornire ai visitatori del Vittoriano, non solo una approfondita analisi dell’opera esposta, ma anche un profilo storico di questo pontefice. La sua permanenza sul soglio di Pietro costituì uno dei momenti più importanti per la Cristianità occidentale, sia dal punto di vista dell’azione religiosa e politica, sia da quello delle committenze. La più significativa delle quali fu il rinnovamento del mosaico absidale della basilica di San Pietro, smantellato alla fine del XVI secolo, di cui rimangono solo tre frammenti superstiti e numerosi disegni e testimonianze documentarie. La sua iconografia era incentrata sul binomio Cristo/ Pontefice, nelle sembianze di Innocenzo, associato all’Ecclesia Romana: traduzione visiva della concezione teocratica del Papato.
Il papa non è solo vicario di Pietro, bensì vicario di Cristo: il suo potere discende dunque direttamente da quello divino ed è superiore a qualsivoglia altro potere terreno, compreso quello dell’imperatore.
Curatore della mostra
Bronzo & oro. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro Roma, Vittoriano,
Sala Zanardelli
Dal 1° giugno al 1° ottobre Catalogo Skira, pagg. 184, € 25