IL DETECTIVE SI REINVENTA NELLA L.A. DEGLI ANNI TRENTA
La stagione 2 della versione HBO di Perry Mason, ambientata, come i primi libri di Erle Stanley Gardner, negli anni 30, perfeziona le qualità già visibili nella prima: visivamente eccelsa, un protagonista carismatico, Matthew Rhys, e uno stile chiaramente inquadrabile come noir, in cui si integrano in modo fluido elementi contemporanei. Mason stesso incarna questo mix di classico e nuovo: apparentemente (e un po’ immotivatamente) incapace di essere felice, è aperto e a volte empatico, ma anche disilluso e attaccabrighe, come dimostra l’affetto conflittuale con l’ex-collega e amico Strickland, espresso a suon di sbronze e botte. Intorno, gangster sanguinari e corruzione da un lato, dall’altro una serie di personaggi (soprattutto femminili) intensi e spesso fuori dagli schemi, in grado di inserirsi senza forzature in una narrazione immersa in un’atmosfera retro: se la socia Della Street già spiccava nella prima stagione, qui ha modo di ottenere più spazio anche Clara Drake, moglie dell’investigatore Paul, anche lui meglio caratterizzato nelle proprie legittime incertezze.
Il caso legale coinvolge l’omicidio di un rampollo imprenditore, contrabbandi misteriosi e gli abusi sulla comunità messicana: anche se a tratti difficile da seguire nelle sue tante sottotrame, rispetto ai culti evangelici della prima stagione questo caso è più solidamente intrecciato alle dinamiche di una Los Angeles post-Depressione, intrisa di pregiudizi, avidità e violenza. Questa rilettura cupa ma non priva di humor del capostipite dei legal drama dimostra che con i mezzi giusti reinventare completamente contesto e personaggio può essere la scelta più sensata.
Ron Fitzgerald, Rolin Jones Perry Mason 2 Sky Atlantic