Il Sole 24 Ore - Domenica

LA BIBBIA EBRAICA COSTA 40 MILIONI DI $ MA VALE DI PIù

- Di Stefano Salis

MIRABILIA

»Certo, la notizia secca riguarda una cifra: 38,1 milioni di dollari. Ma non è per questo che la vendita passerà alla Storia. Nei giorni scorsi Sotheby’s ha messo all’asta il Codex Sassoon, copia più antica completa della Bibbia ebraica. Il nome che reca è del suo più noto proprietar­io moderno, quel David Solomon Sassoon (1880-1942), appassiona­to collezioni­sta di manoscritt­i giudaici ed ebraici, che lo acquistò nel 1929, per 350 sterline inglesi. All’epoca il manoscritt­o era “riapparso” dopo 600 anni e Sassoon vi ha aggiunto, oltre al nome, il suo ex libris. Era in mani private anche stavolta: proprietar­io Jacqui Safra, leggendari­a famiglia di banchieri ebrei, che ha finanziato gli studi per la datazione, stabilendo l’età del manoscritt­o: circa 1.100 anni. Il libro (che fu esposto al British Museum nel 1982) contiene tutti i 24 libri della Bibbia ebraica (mancano solo 12 fogli) e precede di quasi un secolo la prima Bibbia ebraica interament­e completa, il Codice di Leningrado. Al termine della vendita, è stato rivelato che il “Sassoon” (divenuto il documento storico più prezioso mai venduto all’asta) è stato comprato dall’American Friends of

ANU, il Museum of the Jewish People di Tel Aviv. I soldi li ha fisicament­e sborsati Alfred H. Moses, ex ambasciato­re Usa in Romania, e ora il “Sassoon” sarà donato all’ANU. Ecco: è questo il succo. La Bibbia ebraica, venerata dalle fedi monoteiste (siamo “gente del Libro”) è il libro più influente nella storia umana – almeno quella occidental­e e il fondamento della

nostra civiltà. È giusto, e bello, che torni in una casa che identifica un popolo e sia ora visibile a tutti, e di tutti: testimonia, nel profondo, il nostro legame col libro, con la parola, con le immagini che da quella parola scaturiron­o nei secoli. Ha avuto un prezzo, sì, ma è il valore ad essere inestimabi­le. Parla di noi, della nostra voglia di ancorarci a un testo, si sia credenti o no, ed è una metafora della nostra condizione. Una Bibbia che va molto oltre i suoi contenuti.

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