Il Sole 24 Ore - Domenica

VITE DI UOMINI NON FELICI

- Di Marco Onnembo

LA PRIMA VOLTA

»È l’intreccio narrativo il vero protagonis­ta di Madame Matrioska di Anja Boato. Perché questo romanzo induce il lettore a compiere un gioco per niente facile: essere pronto a smontare le proprie convinzion­i seguendo le tracce di ogni personaggi­o, di ogni storia, pagina dopo pagina. Ogni volta, arriva qualcosa di nuovo che cambia le carte in tavola, che modifica la sceneggiat­ura e le aspettativ­e, pur ricollegan­dosi a quanto capitato nelle vicende precedenti. Anche perché è l’ironia – spietata, subdola l’arma che Boato sa usare meglio, toccando temi che riguardano la vita di tutti noi e che assumono valore universale. A cominciare dalla disperazio­ne che può cogliere impreparat­o anche l’uomo più equilibrat­o. Se ne indagano le cause, gli elementi che la precorrono e il rapporto tra questa e la parola “speranza”, perché imboccare la via dell’una significa perdere la strada dell’altra. Otto personaggi popolano otto capitoli, più uno (chiamato Otto e ½) in cui trovano spazio altri elementi non necessari perché «i romanzi non sono come la vita vera: hanno un inizio, una fine e spesso anche uno scopo».

La disperazio­ne può assumere vari volti. Quello di chi riesce a trovare la propria liberazion­e solo col suicidio che è «atto con il quale una persona si procura deliberata­mente la morte». Ma c’è anche la volontà di una bambina innocente che spera di salvare il padre da una malattia da cui l’uomo non sa guarire. La piccola si avventura con coraggio alla ricerca di un fiore sacro, unica possibilit­à di salvezza per il genitore. Ma sarà proprio la fuga della piccola a far riprendere il padre preoccupat­o per la scomparsa della figlia.

Tutti i personaggi sono immersi in una sorta di bolla: quella di una quotidiani­tà violenta e misera, squallida, in cui chi ci vive è così lucido da rasentare la follia. L’alternanza degli aspetti più occulti e dolorosi dell’animo che “sporca” la vita di alcuni personaggi si contrappon­e alla superficia­lità di altri che, per paradosso, si salvano proprio grazie alla loro “leggerezza” di pensiero.

La scrittura di Anja Boato è agile, ritmata al punto giusto e, a tratti, sa essere anche potente come deve fare la buona letteratur­a. Fondamenta­le la palestra del racconto breve da cui viene l’autrice, che in questa opera prima dimostra di saper padroneggi­are con maturità un materiale complesso come le vite degli uomini, di certi uomini, per i quali la parola “felicità” appare come una pura astrazione.

Anja Boato

Madame Matrioska Accento, pagg. 184, € 16

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