VITE DI UOMINI NON FELICI
LA PRIMA VOLTA
»È l’intreccio narrativo il vero protagonista di Madame Matrioska di Anja Boato. Perché questo romanzo induce il lettore a compiere un gioco per niente facile: essere pronto a smontare le proprie convinzioni seguendo le tracce di ogni personaggio, di ogni storia, pagina dopo pagina. Ogni volta, arriva qualcosa di nuovo che cambia le carte in tavola, che modifica la sceneggiatura e le aspettative, pur ricollegandosi a quanto capitato nelle vicende precedenti. Anche perché è l’ironia – spietata, subdola l’arma che Boato sa usare meglio, toccando temi che riguardano la vita di tutti noi e che assumono valore universale. A cominciare dalla disperazione che può cogliere impreparato anche l’uomo più equilibrato. Se ne indagano le cause, gli elementi che la precorrono e il rapporto tra questa e la parola “speranza”, perché imboccare la via dell’una significa perdere la strada dell’altra. Otto personaggi popolano otto capitoli, più uno (chiamato Otto e ½) in cui trovano spazio altri elementi non necessari perché «i romanzi non sono come la vita vera: hanno un inizio, una fine e spesso anche uno scopo».
La disperazione può assumere vari volti. Quello di chi riesce a trovare la propria liberazione solo col suicidio che è «atto con il quale una persona si procura deliberatamente la morte». Ma c’è anche la volontà di una bambina innocente che spera di salvare il padre da una malattia da cui l’uomo non sa guarire. La piccola si avventura con coraggio alla ricerca di un fiore sacro, unica possibilità di salvezza per il genitore. Ma sarà proprio la fuga della piccola a far riprendere il padre preoccupato per la scomparsa della figlia.
Tutti i personaggi sono immersi in una sorta di bolla: quella di una quotidianità violenta e misera, squallida, in cui chi ci vive è così lucido da rasentare la follia. L’alternanza degli aspetti più occulti e dolorosi dell’animo che “sporca” la vita di alcuni personaggi si contrappone alla superficialità di altri che, per paradosso, si salvano proprio grazie alla loro “leggerezza” di pensiero.
La scrittura di Anja Boato è agile, ritmata al punto giusto e, a tratti, sa essere anche potente come deve fare la buona letteratura. Fondamentale la palestra del racconto breve da cui viene l’autrice, che in questa opera prima dimostra di saper padroneggiare con maturità un materiale complesso come le vite degli uomini, di certi uomini, per i quali la parola “felicità” appare come una pura astrazione.
Anja Boato
Madame Matrioska Accento, pagg. 184, € 16