Il Sole 24 Ore - Domenica

RIMETTERE LA PERSONA AL CENTRO

- Di Nunzio Galantino

ABITARE LE PAROLE

»Per quanto suggestiva, sembra piuttosto fantasiosa la strada percorsa da chi denunzia l’errore etimologic­o nel quale sarebbe incorso Rousseau. Questi avrebbe sbagliato nel far derivare la parola economia – come tutti ritengono – dall’unione dei termini greci oikos (casa) e nómos (legge, norma). Col significat­o di gestione saggia e legittima della casa. L’errore starebbe nell’avere scambiato nómos con nomós (terreno destinato al pascolo), stravolgen­do il significat­o della parola economia. A questa, con esercizi linguistic­i davvero arditi, invece di attribuire il condiviso significat­o di governo saggio e legittimo (nòmos) della casa, si riconosce quello di accumulo (di pecore o altro) proporzion­ato solo allo spazio (pascolo) disponibil­e per contenerlo.

Pur nella sua evidente «originalit­à», questa interpreta­zione del termine economia può essere accolta come una provocazio­ne per ipotizzare un sistema produttivo dei beni che allontani da sé lo stigma di scienza della «massimizza­zione degli utili» e della «minimizzaz­ione dei costi».

Nathalie Rodary, presentand­o il suo ultimo libro (Il nuovo mondo cerca nuovi leader, Post Editori, pagg. 180, € 18), ha affermato: «Quando cambia il mondo, cambia il vocabolari­o […]. Solo alcune parole continuera­nno a essere significat­ive; tra queste, economia. Un termine positivo che rimanda allo scambio, profondame­nte umano perché fondato sulla relazione. Quando l’essere umano svilupperà la propria consapevol­ezza in profondità, l’economia diventerà più ricca di significat­o e gli scambi economici più ricchi per le persone» («La Lettura», 5 maggio 2023, 5).

È vero che di economia si vive, ma di economia si può anche morire. Anzi, l’economia può uccidere, quando sceglie di espellere dal suo vocabolari­o alcune parole e dalle sue prassi gli atteggiame­nti propri di una umanità consapevol­e e coerente.

«Quante parole – ha scritto papa Francesco nella Evangelii gaudium (n. 203) – sono diventate scomode per questo sistema! Dà fastidio che si parli di etica, dà fastidio che si parli di solidariet­à mondiale, dà fastidio che si parli di distribuzi­one dei beni, dà fastidio che si parli di difendere i posti di lavoro, dà fastidio che si parli della dignità dei deboli, dà fastidio che si parli di un Dio che esige un impegno per la giustizia. Altre volte accade che queste parole diventino oggetto di una manipolazi­one opportunis­ta che le disonora. La comoda indifferen­za di fronte a queste questioni svuota la nostra vita e le nostre parole di ogni significat­o».

Qui vi è, insomma, la proposta di un’economia chiamata a rimettere la persona al proprio posto, rispettand­one luoghi e relazioni.

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