Il Sole 24 Ore - Domenica

DAL G20 ALLE CASE DI RIPOSO NEL SEGNO DELL’ETICA

- Di Angelo Curtolo

Iragazzi della Cherubini al Quirinale nel 2021 per il G20 della Cultura; al Senato per il Concerto di Natale; al Festival di Salisburgo per Ernani e al Musikverei­n di Vienna – ma anche nella Casa Circondari­ale di Ravenna e nelle Case di Riposo di Lugo, Russi, Ravenna.

«La musica non è solo un atto estetico ma anche etico»: nel farne uno dei principi su cui si fonda il lavoro dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini da lui creata nel 2004, Riccardo Muti ha tracciato la strada. La quinta edizione di Musica senza barriere mette in pratica quella lezione, varcando la soglia di luoghi dove si rischia altrimenti di essere sopraffatt­i dal silenzio ed esclusi dall’esperienza della cultura e della bellezza. Così le formazioni da camera della Cherubini - in quartetto o sestetto d’archi, trio, duo, ensemble di fiati o d’ottoni - riscrivono il concetto di pubblico, per un’idea più inclusiva dove la musica è un diritto universale e inalienabi­le. Oltre al percorso attraverso i luoghi destinati al volontaria­to, alla cura e al recupero delle persone, i cameristi della Cherubini presentano anche nove concerti aperti al pubblico, in luoghi storici e d’arte: quattro appuntamen­ti al Museo Nazionale di Ravenna, tre all’Abbazia di Pomposa, e due in ospedali storici della Romagna.

L’Orchestra al completo è in residenza al Ravenna Festival, presentand­o cinque concerti: il 18 giugno, con il giovane direttore Hossein Pishkar, che proviene dall’Accademia dell’Opera Italiana, guidata da Muti; il 24 giugno, con Julian Rachlin sul podio e Yefim Bronfman al piano; poi il 27 unitamente alla Sinfonia Varsovia e il 7 luglio con Muti per Le Vie dell’Amicizia; conclusion­e il 20 luglio, sempre con Muti, che giustament­e apre il concerto con la musica di Nino Rota.

La formazione ha assunto il nome di uno dei massimi compositor­i italiani, molto attivo Oltralpe, per sottolinea­re una visione europea della musica e della cultura, con stretto collegamen­to alla profession­e. I ragazzi ci studiano per tre anni: e poi via, nel mondo musicale. Vogliamo incontrarl­i? Il sito orchestrac­herubini.it ci svela come sono numerose le orchestre che hanno chiamato i Cherubini.

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