LE DONNE SPAVENTOSE E FEROCI CONTINUANO A INTRIGARE
Continuando ad alternare il passato (gli anni 90, l’incidente aereo e la sopravvivenza nella foresta) al presente (le superstiti ormai adulte alle prese con le conseguenze di un trauma mai elaborato), la seconda stagione di Yellowjackets alza la posta in gioco: più assurda, più horror, più visionaria via via che la fame e l’inverno spingono le ragazze a diventare più feroci, a sopportare l’indicibile, a superare tutti i limiti. Sempre sorprendente la capacità della serie di sfruttare lo stato allucinatorio delle protagoniste (un plauso al cast perfetto) per complicare il confine tra realtà, immaginazione e soprannaturale.
Proprio l’area dell’inspiegabile diventa preponderante nel guidare l’esistenza delle sopravvissute: Lottie consolida la sua connessione con le potenze misteriose e terrificanti che sembrano governare la foresta, e assume un ruolo di leader spirituale che, scopriamo, prosegue nel presente. In Taissa riemerge l’alter-ego brutale, che mette in pericolo la sua famiglia e la sua carriera di neo-eletta senatrice. L’efficiente sociopatia di Misty continua a regalare i momenti di humor nero più divertenti, insieme a Nat e a Shauna, con le sue sconcertanti inclinazioni. Proprio le decisioni più sconsiderate ricongiungono le protagoniste: il percorso tracciato va verso la resa dei conti con il passato, ma l’equilibrio tra paranormale, crime, racconto di formazione deviato e thriller psicologico è difficile da mantenere, e all’ennesimo scivolamento tra delirio e visione mistica comincia a sentirsi la necessità di risposte più concrete. Eppure Yellowjackets continua ad avere un che di irresistibile, cruda e coraggiosa nell’evitare costantemente le soluzioni più consolatorie.
Ashley Lyle, Bart Nickerson Yellowjackets 2 Paramount+