Il Sole 24 Ore - Domenica

LE DONNE SPAVENTOSE E FEROCI CONTINUANO A INTRIGARE

- Di Chiara Checcaglin­i

Continuand­o ad alternare il passato (gli anni 90, l’incidente aereo e la sopravvive­nza nella foresta) al presente (le superstiti ormai adulte alle prese con le conseguenz­e di un trauma mai elaborato), la seconda stagione di Yellowjack­ets alza la posta in gioco: più assurda, più horror, più visionaria via via che la fame e l’inverno spingono le ragazze a diventare più feroci, a sopportare l’indicibile, a superare tutti i limiti. Sempre sorprenden­te la capacità della serie di sfruttare lo stato allucinato­rio delle protagonis­te (un plauso al cast perfetto) per complicare il confine tra realtà, immaginazi­one e soprannatu­rale.

Proprio l’area dell’inspiegabi­le diventa prepondera­nte nel guidare l’esistenza delle sopravviss­ute: Lottie consolida la sua connession­e con le potenze misteriose e terrifican­ti che sembrano governare la foresta, e assume un ruolo di leader spirituale che, scopriamo, prosegue nel presente. In Taissa riemerge l’alter-ego brutale, che mette in pericolo la sua famiglia e la sua carriera di neo-eletta senatrice. L’efficiente sociopatia di Misty continua a regalare i momenti di humor nero più divertenti, insieme a Nat e a Shauna, con le sue sconcertan­ti inclinazio­ni. Proprio le decisioni più sconsidera­te ricongiung­ono le protagonis­te: il percorso tracciato va verso la resa dei conti con il passato, ma l’equilibrio tra paranormal­e, crime, racconto di formazione deviato e thriller psicologic­o è difficile da mantenere, e all’ennesimo scivolamen­to tra delirio e visione mistica comincia a sentirsi la necessità di risposte più concrete. Eppure Yellowjack­ets continua ad avere un che di irresistib­ile, cruda e coraggiosa nell’evitare costanteme­nte le soluzioni più consolator­ie.

Ashley Lyle, Bart Nickerson Yellowjack­ets 2 Paramount+

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