COSA DICEVA IL PROFETA BABA DI HARRAN SU CRISTO
Porfirio, pensatore allievo di Plotino, vissuto tra il 233 e il 305 circa della nostra era, cercò di fondare una filosofia pagana alternativa al Cristianesimo. A tale scopo conferì una valenza mistica agli antichi responsi degli oracoli e alle pratiche magico-astrologiche; inoltre cercò di attribuire significati simbolici alle statue degli dei.
Di lui restano dei lunghi frammenti di una Filosofia degli oracoli, ricavati dagli scritti dei Padri della Chiesa (una traduzione, a cura di Giuseppe Girgenti e Giuseppe Muscolino, fu pubblicata da Bompiani nel 2011). In questo trattato si legge la prima interpretazione allegorica degli Oracoli caldaici, intesi come rivelazione divina dello zoroastrismo ellenizzato; in un altro suo testo, Sul ritorno dell’anima, i cui frammenti sono quasi tutti tratti da Agostino, presenta le ragioni per intendere la “teurgia” come una versione pagana della “grazia”. In un passo si legge che questo neoplatonico «ha preferito sostenere che l’anima è stata mandata nel mondo per conoscere i mali, affinché una volta liberata e purificata, potesse ritornare al Padre senza dover soffrire nulla di più».
Porfirio utilizzò gli oracoli per «accedere a una conoscenza filosofica fondata sulla rivelazione divina, attraverso un percorso esoterico e iniziatico»; inoltre, li intese «come strumento polemico anticristiano per mostrare la superiorità della religione della classicità greca». Dobbiamo le citazioni a Giorgia Nicosia, specialista di lingua letteratura siriaca dell’Università di Gand, che ha curato il libro Cristo a Harran, dove si presentano altre predizioni. In esso si studiano e traducono le Profezie dei filosofi pagani su Cristo, raccolta anonima di scritti siriaci della fine del sesto secolo o degli inizi del settimo.
L’opera riporta ventidue presagi attribuiti a pensatori di tradizione greca e sette estratti provenienti dal profeta Baba di Harran, città sita all’incrocio di vie carovaniere e sede di culti e tradizioni diverse (oggi in Turchia). Tali profezie sono dedicate alla Trinità; quelle tratte da Baba riguardano il riconoscimento dell’apparizione del fuoco celeste (Cristo) sulla terra e sulla sorte di Harran.
La raccolta si proponeva di indurre i non cristiani alla conversione. Contiene frasi attribuite a Ermete Trismegisto o a Platone, allo stesso Porfirio o a Plotino, a Sofocle o alla Sibilla. Di quest’ultima ricordiamo una profezia: «Nella quinta generazione sorgerà un re potente e sarà mostrato per lui un simbolo nel cielo, un segno sul quale Dio sarà crocifisso».
Non aggiungiamo altro. Segnaliamo soltanto dei testi che offrono un itinerario opposto a quello di Porfirio. Entrambi degni di riflessione.
Giorgia Nicosia (a cura di) Cristo a Harran
Paideia Editrice, pagg. 224,€ 29