EINAUDI, CROCE E LA LIBERTà DEI GIOVANI
Il lascito del mondo e del pensiero di due giganti del nostro Novecento di fronte alle solitudini tipiche del mondo contemporaneo
Che cosa risponderemmo, oggi, se un ascoltatore ci domandasse quale ideale o concezione di libertà vibra nell’animo dei giovani, che o ignorano il dialogo fra Einaudi e Croce, o lo guardano al più come capitolo d’un remoto passato?
Gli ordinamenti comunistici sono tramontati da ormai trent’anni; lo Stato etico, ed anzi, più semplicemente, lo Stato sovrano e territoriale, si è ridotto e immiserito in funzioni di sicurezza e di polizia; lo Spirito universale, che si svolge dialetticamente e tutto contiene e spiega, è caduto insieme con il mito dell’eterno progresso. Le virtuose società di Einaudi appartengono alla nostalgia. Gli individui sono soli, non più innalzati sopra sé stessi in abbraccianti e rassicuranti totalità. Questa deserta e dolorosa solitudine sta dinanzi alle nuove potenze della tecnica e dei mercati planetari. L’individuo avverte, ora con stupore ora con docile passività ora con violenta indignazione, che l’economia non gli appartiene più: non appartiene più ai singoli, e neppure allo Stato sovrano. Le concezioni di Einaudi e Croce si muovevano nel quadro della territorialità, e consideravano l’economia come fenomeno regolabile, o che fosse dalla coscienza morale o dalla volontà politica. Oggi l’economia è avvertita come una potenza lontana e oscura, ingovernabile, o governabile da soggetti che sfuggono alla scelta del singolo. Il quale si dice entro di sé: sono libero, ma non ho alcun modo di partecipare alle decisioni che orientano l’economia. Chi volesse interpretare questa condizione storica, o stato d’animo, nei termini del dialogo tra Einaudi e Croce, potrebbe forse concludere che il liberismo oggi dominante si è separato dal liberalismo: un liberismo senza liberalismo; un regime dell’economia, e non un’istanza della coscienza morale. Che non è Croce, e non è neppure Einaudi.
E così nell’animo dei giovani – dico questo con il dubbio che sempre accompagna lo sguardo gettato sul nostro tempo – si determinano due atteggiamenti, o forme spirituali, diverse ma non incompatibili, e spesso congiunte nella medesima sensibilità.
Da un lato, la rinascita del giusnaturalismo (del pari estraneo a Croce e Einaudi): si fa quotidiano e assiduo discorrere di ‘diritti umani’, o ‘naturali’ o ‘innati’, che sarebbero attribuiti all’uomo in quanto uomo, a ciascun singolo per la sua identità biologica. Diritti