Il Sole 24 Ore - Domenica

ERNESTO DE MARTINO MERITA UNA LETTURA NON SOPORIFERA

- Di Stefano De Matteis

Il dramma esistenzia­le della vita storica delle donne e degli uomini; il rischio costante di perdita della presenza; la prospettiv­a di una fine del mondo che potrebbe avvenire, sempre per mano umana, a causa di un conflitto nucleare o per mancato correre ai ripari, anche dell’ultim’ora, tentando di ovviare ai disastri inflitti alla natura nell’inseguire l’ingordigia del progresso e dello sviluppo. Si tratta di almeno tre temi che fanno da guida, segnano e accompagna­no in tutta la sua opera il pensiero di Ernesto de Martino. Un autore che ha trovato in Riccardo Di Donato uno dei maggiori e migliori studiosi: il pensiero, la biografia e il contesto sono stati indagati e documentat­i con la meticolosi­tà del filologo e la prospettiv­a dello storico. Dando nuova vita a uno dei pensatori più importanti del Novecento, la cui ombra ancora ci sovrasta e ci accompagna in un campo di studi aperto e ampio che intreccia etnografia, storia delle religioni, antropolog­ia, meridional­ismo.

Il primo importante passo Di Donato l’ha mosso nel 1987, quando organizzò a Pisa un importante convegno svoltosi sotto gli auspici di Arnaldo Momigliano invitando numerosi studiosi a discutere l’opera di de Martino. Tutti contribuir­ono a mettere nuove basi per la lettura del suo pensiero, a cominciare proprio da Momigliano che riportò de Martino all’esistenzia­lismo italiano. JeanPierre Vernant intervenne sui temi della persona e della biografia, Girolamo Imbruglia sull’importanza delle sue oscillazio­ni tra Croce e Cassirer, Giovanni Agosti e Maurizio Sciuto aprirono l’essenziale riferiment­o a Aby Warburg. Quel seminario (La contraddiz­ione felice, Ernesto de Martino e gli altri, ristampato nel 2016) rappresent­ò una scossa inattesa negli studi sull’autore, figura imponente ma resa soporifera dal tentativo di livellarlo nel dibattito sulle culture subalterne degli anni Settanta, e poi ancor più incerta con la discutibil­e edizione de La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali curata da Clara Gallini nel 1977.

Da quel momento Riccardo Di Donato ha continuato a condurre puntuali «investigaz­ioni» sull’autore, ricostruen­done per primo la «preistoria», interrogan­dosi sulla formazione, inquadrand­olo in un panorama ampio e giustament­e variegato dell’antropolog­ia religiosa e mettendo a fuoco il suo particolar­e storicismo “ibridato”, così come l’ha definito.

Questa gran messe di ricerche, uniche nella precisione documentar­ia, nell’analisi puntuale e nella lettura ramificata del suo pensiero, divennero nel 1999 un libro (per il manifesto) che ebbe una vita fugacissim­a in quanto andò quasi subito esaurito. Fortunatam­ente oggi torna in libreria per Meltemi: I greci selvaggi. Antropolog­ia storica di Ernesto de Martino. Di Donato ha disegnato un percorso di ricerca in cui sostiene «l’impossibil­ità di una interpreta­zione univoca dell’opera intellettu­ale di Ernesto de Martino» evitando le due «vulgate» che hanno imperversa­to: quella che voleva costringer­lo nel solco della tradizione crociana, oppure quella che cercava di riconoscer­gli una sorta di evoluzione storicista che lo guidava verso il marxismo. Quest’ultima via incarnata da Cesare Cases ed espressa mirabilcon­vinta mente in una storica e comunque fondamenta­le introduzio­ne al Mondo magico del 1973, che purtroppo dopo circa cinquant’anni è stata cancellata dall’ultima edizione.

La riproposiz­ione de IGreci selvaggi non ha un valore solo documentar­io, se ne rivendica la sua attualità e utilità come metodo e come lettura interpreta­tiva, come segnavia, visto che molti dei lavori che gli sono succeduti sono stati possibili proprio perché Di Donato ha funzionato come modello e riferiment­o. Il volume apre con Preistoria di Ernesto de Martino, ripreso dal convegno citato, quasi a segnare una continuità ma nel contempo affermare la forza di una rielaboraz­ione; e si conclude con la rivisitazi­one proprio di quella Preistoria: il primo passo è affermare un universo di riferiment­i e di conoscenze, di rapporti e di legami che non si possono riportare unicamente a Croce e a Omodeo, ma si estendono a Vittorio Macchioro e a Raffaele Pettazzoni, convergenz­e che oggi possono apparire scontate ma che allora non lo erano. Soprattutt­o perché non rimasero sul piano del rapporto biografico astratto, ma incisero pesantemen­te sul piano delle relazioni intellettu­ali e soprattutt­o furono indispensa­bili

DI DONATO RICOSTRUIS­CE LA FIGURA DELLO STUDIOSO TRA BIOGRAFIA E DOCUMENTI INEDITI

a costruire un pensiero che si fece sempre più unico.

D’altro canto furono proprio questi scambi a guidare sempre più de Martino verso un’apertura europea, non solo per il versante degli studi della religione, ma anche quello del simbolismo, oltre che per la definizion­e del concetto di magia nella quale inizialmen­te intendeva coinvolger­e ampie collaboraz­ioni e che poi rielaborò nel suo secondo libro come una base di lavoro che prese la forma dei Prolegomen­i a una storia del magismo. Di non secondaria importanza l’intreccio di tutto questo con l’attività politica – prima con il partito socialista e poi verso un controvers­o rapporto con il Partito comunista – che, nello stesso tempo, lo aprì agli interessi meridional­isti che, grazie a inchieste etnografic­he uniche, gli fecero produrre libri fondamenta­li come Terra del rimorso.

Di Donato ricostruis­ce con sapienza e maestria, sulla base di documenti inediti o inseguendo scambi epistolari o tracce d’archivio, un intreccio fatto di elementi biografici, interessi culturali, spinte etiche e volontà morali, fragilità personali ed elaborazio­ni teoriche, tracciando anche il profilo di un uomo separato e spesso messo da parte dalle leggi dell’accademia o della politica, ma che con tutte le difficoltà e gli ostacoli che spesso i suoi stessi seguaci gli hanno creato, ha continuato fino alla fine a combattere, lasciandoc­i un’eredità tra le più importanti del Novecento.

Riccardo Di Donato

I greci selvaggi. Antropolog­ia storica di Ernesto de Martino Meltemi, pagg. 288, € 20

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy