QUEI FALSI ANTENATI DELLA LASAGNA SOUP
Negli Stati Uniti viene spacciata come piatto tipico italiano una zuppa di pomodoro con carne macinata e tagliatelle. Ricorda un ragù bolognese annacquato
L’identità culinaria degli Stati Uniti è fondata sulla mescolanza di molteplici culture europee. Questo é ovvio, trattandosi di un paese di immigrati, ciononostante riusciamo riconoscere una certa omogeneità nella sua cucina. Uno dei motivi è che alcuni piatti sono penetrati così in profondità da avere perso qualsiasi legame con il luogo in cui sono nati. Se pensiamo agli hamburger o agli hot dog, ad esempio, dovremmo ricordarci che la polpetta di carne grigliata porta il nome di una città tedesca, mentre la salsiccia si chiamava Frankfurter.
Ma se l’emigrazione tedesca è iniziata nel secondo Seicento, quella italiana ha solo un secolo e mezzo di storia e le nostre specialità mantengono ancora un certo legame con la madrepatria. Nonostante questo, con il passare del tempo, si accumulano sempre maggiori differenze tra la cucina italiana e quella Italo-americana. Gli italiani che vanno ai ristoranti italiani oltreoceano si lamentano spesso di non trovare alcuna corrispondenza con ciò che sono abituati a mangiare a casa. La pasta molto più cotta di quanto siamo abituati in Italia, oppure servita come contorno, sono solo due delle differenze, ma ci sono anche piatti che appartengono unicamente all’universo americano.
Non c’è da stupirsi, si tratta del più classico fenomeno di integrazione che si genera attraverso un continuo processo di scambio collaborativo tra due culture diflampante ferenti. I gradi e la velocità dell’evoluzione sono variabili e oscillano tra la tendenza alla completa assimilazione, che prevede l’abbandono di una cultura a favore di quella dominante, e la separazione, che tende invece a limitare al massimo i prestiti tra gruppi di provenienza diversa.
Nel mondo contemporaneo, la circolazione incessante di informazioni, merci e persone a livelli mai sperimentati in passato, ha portato a ridurre drasticamente le barriere tra i paesi. Di solito si pensa che questo processo di globalizzazione sia la principale causa della diffusione di una cucina unica e omogenea, ma spesso sfugge che lo stesso fenomeno implica anche l’emersione di inedite forme culturali. In generale, si osservano resistenze sempre più frequenti all’omogeneizzazione basate su una visione del mondo alternativa che non si riconosce nel pensiero mainstream e si richiama ad antiche tradizioni, vere o fittizie che siano, per sostenere una propria pretesa identitaria.
Se prendiamo i tipici piatti della cultura italo-americana, come gli spaghetti con le polpette, la parmigiana di pollo e le fettuccine Alfredo con i gamberetti, ci risulta che queste specialità derivino dalla gastronomia italiana, anche se ormai appartengono a un altro universo. Ciò che viene sottovalutato è l’incessante creazione di questo tipo di incroci, che spesso scompaiono prima di conoscere un vero successo.
I casi più interessanti sono rappresentati dai piatti appena nati, quando sono ancora in piena crisi d’identità. É il caso della Lasagna Soup che si sta facendo largo da qualche anno nel panorama statunitense. Nel 2023 è salita all’attenzione per alcuni video diventati virali su TikTok e ormai si contano a migliaia i siti (esattamente 904 mila occorrenze secondo Google) che ne parlano e forniscono ricette.
Secondo la versione più classica, si tratta di una zuppa di pomodoro piuttosto liquida arricchita con pezzetti di carne macinata che ricorda vagamente un ragù bolognese annacquato, in cui vengono cotte delle “lasagne”, ovvero larghe tagliatelle dagli orli arricciati simili alle nostre mafalde. Una volta pronto, il piatto viene cosparso con diversi tipi di formaggio come ricotta, mozzarella e parmigiano grattugiato. Sebbene gli elementi di italianità ci siano tutti, si tratta di una preparazione sconosciuta nel nostro paese.
Il lato curioso è che il piatto non viene identificato come una nuova creazione a stelle e strisce, ma è descritto come diretto discendente dell’antica tradizione italiana. Fino a qui niente di male, se non fosse che, per confermare tale appartenenza, qualcuno si è preso la briga di inventare di sana pianta le circostanze della sua nascita. Grazie alla segnalazione di Christina Morales, reporter del «New York Times», scopriamo che il sito World Food Wiki fa risalire la ricetta della Lasagna Soup all’invenzione del fantomatico cuoco ferrarese Giovanni Sangiovanni che avrebbe inventato la specialità nel 1719, mescolando due suoi piatti preferiti: le lasagne e il minestrone. Da allora, sostiene questo sito, la ricetta si sarebbe diffusa in tutto il mondo con piccole varianti. Lasciando perdere la sorprendente omonimia del cuoco con il cantante che ha partecipato all’ultimo Festival di Sanremo, è inutile aggiungere che questa storia non ha alcun fondamento e sfido qualunque ferrarese (ma pure qualunque italiano) a riconoscere la Lasagna Soup come una specialità locale. Esistono, è vero, zuppe tradizionali a base di lasagne come le lagane e ceci o le sagne e cicerchie, ma parliamo di tutt’altra cosa.
L’aspetto antropologico interessante non è l’invenzione del piatto in sé, ma la necessità di una storia che lo ammanti di un’aura antica e leggendaria. Ormai sembra indispensabile attribuire un’origine centenaria a ciò che mangiamo, perfino per un americano, quasi donasse ai cibi un sapore più intenso.
Non c’è dubbio che la narrazione possa influenzare profondamente l’esperienza gustativa e potremmo essere di fronte alla scoperta di un sesto gusto, dopo l’umami: il “tradizionali” che viene percepito solo nei piatti che reclamano più di un secolo di storia.
LA RICETTA DEL 1719 SAREBBE L’INVENZIONE DI UN FANTOMATICO CUOCO FERRARESE CHE IN REALTà NON è MAI ESISTITO