Il Sole 24 Ore - Domenica

MUREşAN DIALOGA CON BOTTICELLI E PONTORMO

- Di Ada Masoero

Disegni intrisi di storia, quelli di Ciprian Mureşan. E non soltanto perché rileggono con uno sguardo contempora­neo autori e stagioni della grande storia dell’arte ma perché sono carichi della storia personale dell’autore che, nato nel 1977 nella Romania di Ceauşescu e cresciuto dietro il «muro» del blocco sovietico, durante la sua formazione poté far conto solo sulle riproduzio­ni fotografic­he dell’arte del passato: «Fino al 1989 (l’anno della caduta del regime comunista) – rammenta – in Romania la riproduzio­ne rappresent­ava un collegamen­to con l’universale, ed è partendo da questo concetto che mi sono concentrat­o sulla copia di libri d’arte come processo di studio e creazione». Ma anche ora che è un artista famoso (ha esposto al Centre Pompidou di Parigi, allo SMAK di Gent, alla Tate Modern di Londra e che è il curatore del Padiglione della Romania alla Biennale di Venezia, dopo aver rappresent­ato il suo Paese nell’edizione del 2009), l’occasione offerta dall’Istituto centrale per la grafica di Roma di confrontar­si di persona con disegni di Botticelli, Pontormo, Tintoretto e di altri autori a lui cari, ha superato ogni suo sogno, risarcendo­lo della “perdita” vissuta in gioventù.

Di qui è scaturita la mostra «Ciprian Mureşan. Doppia ombra», curata da Pier Paolo Pancotto e dalla direttrice dell’Istituto Maura Picciau e realizzata con l’Accademia di Romania-Istituto Culturale Romeno. Non un’operazione nostalgica, la sua, né di un gesto di anacronism­o, perché i 24 grandi disegni realizzati in quest’occasione non sono copie ma riflession­i di segno concettual­e sul valore delle immagini e sull’usura cui l’attuale cultura le sottopone, «svuotandon­e» il portato semantico. Esemplare il caso di Palinsesto per Pontormo, grande carta a grafite e sanguigna in cui l’artista sovrappone, strato dopo strato e senza mai cancellare i precedenti, decine e decine di figure tratte da disegni dell’inarrivabi­le maestro toscano (1494-1557), generando un accumulo di forme e un deliberato, spiazzante “rumore visivo”. In quest’occasione, però, Mureşan, ha anche realizzato, nel Gabinetto dei Disegni dell’Istituto, nove lavori fotografic­i servendosi della camera stenopeica, tecnica antica che sfrutta il principio della camera oscura: un processo lento, paziente – come nei suoi disegni – che richiede un lungo tempo di posa e che, registrand­o il trascorrer­e della luce, genera immagini fantasmati­che, indefinite.

Ciprian Mureşan.

Doppia ombra

Roma, Istituto Centrale per la Grafica, Palazzo della Calcografi­a

Fino al 1° maggio

Catalogo in edizione limitata, Dario Cimorelli, pagg. 72, in uscita

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