QUANDO IL (PRE)DESIGN LO FACEVA PIERO BOTTONI
MIRABILIA
»«La storia del design non è solo fatta di firme prestigiose e di marchi vincenti; o di oggetti decontestualizzati da raccogliere alla rinfusa in mostre e antologie celebrative (con tutte le banalizzazioni che si accompagnano alle mitizzazioni e ai successi mediatici). Il design è anche storia collettiva: di mondi culturali e produttivi, di capacità inventive, di imprenditori (e investitori) e, anche – fatto non meno determinante – di strati sociali che per la prima volta si sono affacciati sull’orizzonte del benessere economico». Giancarlo Consonni indaga con perizia filologica, partecipazione, passione ed estrema competenza sulla figura di Piero Bottoni (1903-1973). Ed è un mondo da (ri)scoprire: perché il contributo di Bottoni, anche se ignoto ai più, è essenziale, proprio come spiega Consonni perché, al di là dei pezzi celebrati, c’è un humus sul quale si innestano, anzi si pre-annunciano, i futuri successi. E non a caso, il libro dal quale traiamo la citazione si intitola Il design prima del design. Piero Bottoni e la produzione di mobili in serie in anticipo sulla società dei consumi edito meritoriamente da La Vita Felice (pagg. 180, € 20), che non è la prima volta che dedica all’architetto degli agili e densissimi volumi. E perciò, nel bailamme del Salone, oltre gli “sbagliati” al Bar Basso e i lustrini appariscenti, per chi è interessato davvero al design ci sono anche libri di studio e ricerca come questo, da recuperare e meditare. Poi, per chi fosse anche interessato ad altro, sappiate che nel 2020, il tavolo anni 50 che vedete qui sotto, proveniente da Casa Perego a Milano, venduto all’asta dalla londinese Phillips, partiva da una quotazione di 40-60 mila sterline: e fu venduto per 403 mila. Vi stupisce il prezzo? Concentratevi sulla modernità strabiliante di queste linee (su «Domus» già nel 1940), queste ellissi ipnotiche, questa maestria del legno. Iscrivetevi alla Bottoni, e buon (pre)design a tutti.