LA COPERTINA DEL PRIMO DI HARRY POTTER DA RECORD
MIRABILIA
»Man mano che si avvicina la data dell’asta, quei furboni (e bravissimi) di Sotheby’s svelano, pezzo per pezzo, le golosità della collezione di Rodney P. Swantko, un chirurgo che l’uzzolo del bibliofilo lo aveva e coltivava al massimo grado. Mi aveva incuriosito la notizia che possedesse, tra i suoi cimeli, il manoscritto autografo di Sir Arthur Conan Doyle del secondo romanzo di Sherlock Holmes, Il segno dei quattro ($ 800.000– 1.200.000). Ma nei giorni scorsi la casa d’aste (la collezione sarà battuta il 26 giugno a New York) ha fatto circolare un’altra “insospettabile” ghiottoneria. Il disegno originale utilizzato per la prima copertina del romanzo per bambini dell’allora oscura scrittrice J.K. Rowling. Un didascalico acquerello: l’originale che l’altrettanto ignoto Thomas Taylor dipinse per Harry Potter e la pietra filosofale. Il maghetto ha una vaga aria alla Tintin, sciarpa giallorossa, cicatrice e occhialini, sembra sorpreso dall’arrivo, con tanto di stelline, del mitico Hogwarts Express sul binario 9 e ¾. La valutazione? Dai 400 ai 600mila dollari. L’opera è anodina, da un bancarellaio la portate via per pochi euro. Ma cosa la rende così preziosa? E cosa giustifica questa quotazione, questa sì, stellare? Il fatto che Harry Potter è, e continua ad essere, il principale protagonista dell’immaginario collettivo occidentale (e non solo) di una generazione: era il 1997; e poi fu il diluvio che sappiamo. Credo che sarà proprio uno di questi lettori a poterlo e volerlo comprare, e ciò spiega molto del mercato librario antiquario contemporaneo. Ma anche che questo è l’unico vero classico che abbiamo visto nascere ed evolvere in un ventennio. Perciò uno scialbo disegno è un oggetto sacro, un feticcio, un documento storico, una pietra miliare culturale. Piaccia o no, di questo è stata capace miss Rowling e per questo verrà ricordata, proprio come Sherlock. Elementare, Potter.