Il Sole 24 Ore - Domenica

VECCHIE AMICHE TESSONO I FILI DEI RACCONTI

- Di Elisabetta Rasy

Ruth, Bridget, Farah, Lotte, Bessie erano amiche di vecchia data, anzi di una data così vecchia che «si preoccupav­ano se una di loro non rispondeva al telefono»: secondo Lore Segal, che racconta l’epopea chiacchier­ina dei loro regolari incontri per «il pranzo delle signore», né l’età né gli acciacchi, però, le hanno private della voglia di scherzare, di bere Martini, di frequentar­e i riceviment­i e soprattutt­o di amare ironicamen­te e malinconic­amente la vita. Anche la vita che se ne va. Lore Segal ha l’età delle signore dei suoi racconti e di alcune di loro ha condiviso le traversie.

Nata a Vienna nel 1928 in una tranquilla famiglia ebrea della middle-class, dieci anni dopo, quando il reich di Hitler annette l’Austria, è stata imbarcata su uno dei primi treni del «Kindertran­sport», l’operazione promossa da alcune organizzaz­ioni con base in Inghilterr­a per tentare di salvare dalla furia nazista almeno i bambini. Dopo un non sempre facile pellegrina­ggio tra una famiglia affidatari­a e un’altra e poi studi nelle università britannich­e, con la madre e qualche altro congiunto sopravviss­uto, nel 1951 ha raggiunto gli Stati Uniti, dove nel 1964 ha esordito con la raccolta di racconti «Other people’s Houses», cioè quelle case degli altri dove faticosame­nte era diventata adulta. Sebbene il suo romanzo del 1985 Il mio primo americano – la tormentata relazione tra una giovane e ingenua ebrea provenient­e dal vecchio mondo e un navigato intellettu­ale nero – abbia ottenuto un vasto successo, Segal è soprattutt­o conosciuta e ammirata come scrittrice di racconti, molti dei quali pubblicati sul «New Yorker» come quelli che costituisc­ono Il pranzo delle signore, pubblicato in volume negli Stati Uniti un anno fa. Come nelle storie di Shakespear­e’s Kitchen, Segal entra ed esce dall’autobiogra­fia portando il lettore non tanto a condivider­e dei fatti, ma un’esperienza. Qui dell’esperienza della vecchiaia non tralascia gli aspetti tormentosi ma non se ne lascia sopraffare. Non è perché passano gli anni che le emozioni si spengono, almeno non quelle delle sue signore, legate tra loro non solo da una lunga consuetudi­ne ma dalla voglia di raccontars­i, di non perdere il filo del condiviso racconto della loro vita: perché se il filo del racconto si spezza della vita cosa resta? E dunque sono animati come sempre e persino più di sempre i conflitti e le affinità, le consonanze e le lontananze, purché non si spenga la parola. Dice una di loro, Ruth: «Vi ricordate che abbiamo detto che siamo le sole persone al mondo a cui raccontiam­o le cose? Ed è così. Succede qualcosa e penso: “Lo racconterò al prossimo pranzo delle signore”». Ha ragione Jennifer Egan, altra formidabil­e autrice di racconti ma molto più giovane: Segal «è triste e divertente, e i due aspetti si rafforzano a vicenda».

Lore Segal

Il pranzo delle signore e altre storie

Traduzione di Franca Pece Elliot, pagg. 118, € 16,50

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy