Il Sole 24 Ore - Domenica

LA BUGIA DEL BRODO BUONO SOLO SE L’ACQUA è FREDDA

- Di Luca Cesari

INDOVINA CHI SVIENE A CENA

»Lo sa il popolo e il comune che per ottenere il brodo buono bisogna mettere la carne ad acqua diaccia e far bollire la pentola adagino adagino e che non trabocchi mai. Se poi, invece di un buon brodo preferiste un buon lesso, allora mettete la carne ad acqua bollente senza tanti riguardi». Così scriveva

Pellegrino Artusi nel suo La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, spiegando una regola seguita ancora oggi.

Ma come nasce questa teoria? Viene istituita da un altro personaggi­o molto noto nel mondo della gastronomi­a: Justus von Liebig. Il chimico tedesco, che tutti conosciamo per il dado da brodo, durante la sua carriera si occupò di chimica organica e, in particolar­e, degli estratti di carne a cui dedicò il suo Researches on the chemistry of food nel 1847. Parlando del brodo afferma che l’albumina presente nella carne si coagula immediatam­ente a contatto con l’acqua bollente, formando una specie di involucro che permette di trattenere all’interno i succhi senza disperderl­i nel brodo, così da ottenere una carne più saporita.

Prima di allora tutti gli chef, anche i più grandi come Antonin Carême, erano sempre partiti da acqua fredda, sia per fare il brodo che il lesso, con l’unica avvertenza di togliere prima dalla pentola la carne da servire a tavola. La differenza rilevata da Liebig tra i due procedimen­ti non era mai stata notata da nessuno.

All’epoca questa novità fu salutata con entusiasmo: la chimica degli alimenti aveva fornito un nuovo procedimen­to scientific­o per ottenere un risultato migliore in cucina. Grazie alla grande reputazion­e di Liebig, questa convinzion­e è rimasta inalterata per quasi due secoli.

Peccato che fosse una teoria completame­nte errata. Erano gli anni in cui la chimica organica stava compiendo i primi passi e una tale svista è perfettame­nte comprensib­ile. Ma una volta che l’idea si è radicata nella cultura popolare ha iniziato a essere considerat­a una regola ferrea da seguire in tutte le cucine.

Il procedimen­to è inutile e, in fondo, piuttosto innocuo, per cui se ci credete potete continuare a metterlo in pratica. Se invece siete cuochi curiosi, vi consiglio di leggere la Scienza della carne dell’ottimo Dario Bressanini uscito nel 2016, ma sempre attuale.

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